ESERCITAZIONE TWIST Mare di Salerno protagonista delle operazioni di soccorso

Prosegue la simulazione di un maremoto sulla costa salernitana. Soddisfatto il capo della Protezione Civile: «L’obiettivo è capire». Le spettacolari fasi dei soccorsi in mare, coinvolta la portaerei Cavour

Il mayday scatta poco dopo le nove: una nave con passeggeri è stata colpita da un'onda anomala e ha urtato contro la banchina del porto. Una simulazione, per fortuna. Ma a Salerno tutto accade come se fosse vero. Del resto l'esercitazione 'Twist', organizzata dalla Protezione Civile per far fronte ai rischi di uno tsunami, ha come obiettivo questo: capire, soprattutto le criticità, testare tutti i meccanismi affinchè, se mai uno tsunami dovesse davvero verificarsi, tutto funzioni nel modo giusto.

E così, al porto di Salerno si è svolto tutto come se la nave con circa 100 passeggeri a bordo fosse davvero finita nei guai: trasbordo dei feriti, controlli in mare, ambulanze. Operazioni, quelle scattate dopo la richiesta di aiuto arrivata dalla nave con uno squarcio di 45 metri e con acqua a bordo, alle quali ha assisto anche lo stesso capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli. Una esercitazione, quella che si svolgerà fino a domenica tra Salerno e diversi comuni della provincia, che per Gabrielli non serve di certo a questo: «Dare una rappresentazione più o meno muscolare di una forza che non abbiamo interesse a mostrare». Piuttosto, ha spiegato, «abbiamo interesse a verificare che il sistema funzioni perché quando ne avremo bisogno sapremo quale è grado e il livello di capacità del sistema di rispondere adeguatamente». «Le esercitazioni servono per testare la capacità di risposta di un sistema e di un meccanismo - ha sottolineato - i conti li faremo alla fine». Del resto l'aspetto più importante di una esercitazione non è quella di «dire siamo stati bravi, è andato tutto a posto». «Dobbiamo evidenziare quanto più possibile quello che non va nel sistema perché solo dalla verifica delle criticità possiamo correggerle e rendere il sistema più efficace ed efficiente nel momento in cui effettivamente ne avremo bisogno», ha più volte rimarcato il capo della Protezione Civile.

Una prova, dunque, quella in corso che ha anche addosso gli occhi del mondo. A seguire l'esercitazione ci sono infatti osservatori internazionali, squadre estere, rappresentanti di ambasciate di paesi come la Cina, l'America, il Messico, l'Australia, la Palestina, tra gli altri. E c'è poi anche la Marina militare, «insostituibile asset del sistema della Protezione Civile, come ha sottolineato lo stesso Gabrielli, che all'esercitazione sta partecipando con la Portaerei Cavour, tre elicotteri pesanti, un elicottero leggero, quasi cento uomini della Brigata Marina San Marco e un Team del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei e Incursor, alla simulazione di attività di ricerca e recupero dispersi, allontanamento e assistenza alla popolazione, valutazione del rischio ambientale. Oggi lo stesso capo della Protezione Civile ha visitato la portaerei Cavour: «Siamo in un paese che ha oltre ottomila chilometri di costa nel quale la stragrande maggioranza dei teatri di rischio possono essere tranquillamente abbordabili dallo strumento marino. Testare, esercitarci, far dialogare la Marina e la Protezione Civile credo sia l'oggi e il domani dell'intero sistema».