SCANDOLO UNISA

Esami truccati, «È tutta colpa tua»: il figlio accusa la madre

Tra le storie finite al vaglio dei finanzieri quella di un militare e di un’insegnante di scuola dell’Infanzia

SALERNO - C’è una mamma troppo apprensiva verso il figlio, che lo vuole laureato ad ogni costo, anche se nel frattempo il giovane, che è tra quelli che ha beneficiato dei favori dell’ex impiegato di segreteria, Carmine Leo, ha intrapreso la carriera militare. La donna è un’insegnate di scuola primaria, residente nell’Agro nocerino. Che, quando si è saputo delle inchiesta, perché convocata dalla guardia di finanza come persona informata sui fatti, si è presa anche gli improperi del figlio. «...io te l’ho sempre detto ... non lo fare ... non lo faremo!Tu pensi che io vado a scuola come te? Ma tu lo sai cos’è la vita militare...», dice il figlio alla madre che risulta, a sua volta, immatricolata al corso di laurea di educatore per i servizi dell’infanzia. I nervi iniziano a saltare quando a casa della famiglia della maestra arrivano le lettere di contestazione dell’università per gli esami mai sostenuti, ma inseriti nella ricostruzione di carriera dei due studenti- assenti.

Allo studente che non aveva messo più piede all’Ateneo, dopo aver abbandonato gli studi al secondo anno, era stato erogato anche il contributo finanziario per gli studi nell’ambito del progetto “Unisa premia”, pur non avendo mai presentato istanza. Dietro le manipolazioni del sistema dell’università in favore dei due studenti per nulla “modello”- sostiene la Procura di Salerno - c’era l’azione di Carmine Leo. È sempre attraverso gli accessi abusivi dal suo account che vengono artefatte le carriere per consentire a madre e figlio di avvicinarsi al titolo accademico. La tensione nella famiglia dell’Agro nocerino è alta ed è percepibile dalle conversazioni intercettate dalla guardia di finanza sulle utenze degli indagati. Il giovane militare fa capire che il disegno delittuoso lo aveva architettato la madre che si era cacciata nei guai. La donna, in un momenti di totale sconforto, decide di abbandonare tutte le strategia concordate con un legale e di dire tutta la verità, di ritrattare la precedente versione dei fatti. «Stammi a sentire una cosa - dice il padre del militare nell’intercettazione - tua madre ha deciso di chiamare quelli della guardia di finanza e vuole dire tutta la verità...».

Alla fine non lo farà, scegliendo di attendere l’evolversi degli eventi, non sapendo che la spia elettronica degli inquirenti aveva già registrato tutto e le conversazioni tra congiunti sono finite, nere su bianco, nell’ordinanza di misura cautelare di arresti domiciliari per Leo e il complice Carmine Cioffi di Avellino. Tra i genitori premurosi c’è anche chi si attiva per trovare una soluzione - non medica per far superare il “blocco psicologico” al figlio universitario che non riesce più a sostenere e superare gli esami. Ed è il padre indagato che, attraverso una terza persona, entra in contatto con Carmine Leo perché - gli fu detto - che poteva aiutarlo a ricostruire il piano di studio. Anche le loro telefonate, come quelle di altri indagati, finiscono sotto la lente degli investigatori delle Fiamme gialle. Da subito vengono verificati gli esami dello studente e ne risultano alcuni mai sostenuti. Come queste, altre storie. Gli inquirenti ne hanno ricostruite quindici di carriere universitarie farlocche. E sono quelle degli studenti che, durante il periodo delle indagini, si sono interfacciati con il principale indagato: l’ex impiegato della segreteria che faceva «i piaceri». Che ora sono diventati guai. Dispiaceri.

(m.l.)