Errico: «Denunciare può salvarvi la vita» 

Nel 2017 il questore ha emesso 47 ammonimenti. In calo i casi di stalking ma sono aumentati gli episodi di percosse

«Chiedere aiuto anche attraverso una denuncia salva la vita alle vittime». È questo il punto centrale del discorso tenuto dal questore Pasquale Errico, ieri, durante la manifestazione per la giornata dedicata alle donne, tenuta al Comune, organizzata dalla polizia di stato e dall’associazione “Street Kali”. Forniti anche alcuni dati sulle violenze di genere in provincia di Salerno. Se da un lato non aumentano i casi, anzi diminuiscono, ad aumentare è la sensibilità e la consapevolezza nelle vittime ma anche di loro conoscenti nel chiedere aiuto alle forze dell’ordine e alla rete di strutture di vari enti. In questo modo ci si salva la vita e si aiuta anche il violento che può rinsavire.
In provincia di Salerno, l’ammonimento (strumento con il quale si diffida un violento o uno stalker a comportarsi correttamente prima di commettere reati) è stato emesso dal questore 12 volte nel 2015, 18 del 2016 e ben 47 del 2017. In questo modo non solo sono state cautelate le vittime ma, visto che ci sono centri per aiutare i violenti, si avvia pure un percorso, una possibilità di recupero di chi è responsabile delle violenze. Nel Salernitano sono state otto le violenze sessuali su minori nel 2016 e altrettante lo scorso anno, due gli atti sessuali su minorenni nel 2016 e tre nel 2017. La violenze sessuali, sempre su donne, sono state 20 due anni fa e 22 nel 2017. In drastico calo i femminicidi da cinque nel 2016 a due nel 2017.
In leggero aumento il numero delle donne percosse da 47 di due anni fa a 52 al 2017. Un incremento dovuto probabilmente non ad un aumento delle violenze ma ad una maggiore propensione e forza delle donne nel denunciare. Sono stati 85 i casi di stalking denunciati nel 2016, calati a 65 lo scorso anno, questo grazie anche agli interventi di ammonimento fatti dal questore che hanno fermato i violenti prima che le loro azioni potessero degenerare. Di questi atti persecutori, quelli commessi dai mariti separati e divorziati sono stati 48 nel 2016 e 53 nel 2017.
Il questore ricorda che le violenze da denunciare non sono solo quelle fisiche ma anche quelle psicologiche, che ledono la dignità. «Quando è la paura a farti battere il cuore, non è amore – ha sottolineato lo psicoterapeuta Mauro Reppucci -. Il corpo parla un linguaggio autentico ed universale, ci trasmette la verità e troppo spesso lo sottovalutiamo. Quando ci sentiamo sotto controllo, sotto minaccia, sotto ricatto e sotto accusa fino ad arrivare al punto tale che ci sentiamo colpevoli dello star male degli altri, vuol dire che viviamo una relazione tossica e pericolosa. Vivere “con l’altro “ è possibile solo tra due persone equilibrate, adulte e mature, altrimenti la relazione diventa un vivere “per l’altro “ e questo provoca disagio, dolore, angoscia e paura. Quando prevale il dolore sull’amore è il tempo di chiedere aiuto, di rompere il silenzio e di dichiararsi bisognosi di aiuto. Poi tutto diventa più facile e più sicuro una volta usciti dall’isolamento».
Nell’occasione è stata presentata la prossima attività di “Street Kali” che, con la Federazione italiana Krav Maga e la Servizi sicurezza Italia, anche per il 2018, realizzerà dei corsi gratuiti di autodifesa per le donne.
Salvatore De Napoli
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