l’esperto

Erosione coste: le criticità del progetto della Provincia

Scogliere frangiflutti o ripascimento morbido con sabbie relitte? È l’interrogativo che divide ambientalisti e tecnici della Provincia in vista dell’attuazione del cosiddetto Grande Progetto contro l’...

Scogliere frangiflutti o ripascimento morbido con sabbie relitte? È l’interrogativo che divide ambientalisti e tecnici della Provincia in vista dell’attuazione del cosiddetto Grande Progetto contro l’erosione dei 30 km di costa che vanno da Pontecagnano ad Agropoli.Se ne parlerà al vertice programmato per il 19 Giugno a Napoli alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano. Due sono i principali tipi di fenomeni erosivi: “a breve termine”, reversibili (non sempre), prodotti dal trasporto di sedimenti verso il largo, da parte delle mareggiate; “a lungo termine”, irreversibili, dovuti a squilibri nel bilancio sedimentario del trasporto solido litoraneo. Se ne determina la tipologia attraverso studi relativi alla dinamica costiera, fluidodinamica e bilancio sedimentario, che rientrano nella raccomandazione 2002/413/CE definita GIZC (Gestione integrata della fascia costiera) la quale prevede una gestione non solo della costa ma anche di tutti quei fattori interni che influenzano l’equilibrio delle aree costiere.

Dalla pagina web del Grande Progetto non si evince la presenza di tali studi, se non in parte. Perciò, è difficile stabilirne la portata. Il dato certo è che l’erosione dei litorali dipende da un insieme di cause che ha come termine il trasporto delle sabbie in un altro luogo. I sedimenti trasportati via finiscono in zone limitrofe e nei casi di forti mareggiate giungono nei canyons sottomarini. Viceversa, le scogliere frangiflutti non determinano il ritorno dei sedimenti, ma accumuli in una area ed erosioni in un’altra. Ben altro ruolo gioca il ripascimento che comporta il recupero di materiale sedimentario da profondità. Gli studi di dinamica costiera hanno raggiunto livelli molto elevati fino a ritenere obsolete le costruzioni di dighe e pennelli. Basta consultare l’Atlante delle opere di sistemazione costiera redatto dall’Ispra per avere un elenco di litorali rovinati o peggiorati rispetto alle condizioni precedenti. La domanda che ci si pone è: perché i tecnici della Provincia si sono limitati alla progettazione di opere di ingegneria, ignorando le raccomandazioni contenute nel dossier “Tavolo Blu” istituito nel 2009 da Giovanni Romano, allora assessore provinciale all’ambiente?

* biologo marino