«Ero soggiogata dal mio psichiatra» 

La testimonianza della donna che denunciò il medico  Il professionista: «Avevamo una relazione, era consapevole»

«Ero infatuata, mi aveva soggiogata»: è questa, in sintesi, la testimonianza della cinquantenne salernitana nel processo a un noto psichiatra per violenza sessuale. Il professionista che l’aveva in cura, secondo l’accusa rappresentata dal pm Elena Guarino, avrebbe approfittato del suo ruolo per abusare della paziente, giocando sullo stato di sudditanza psicologica della vittima. L’udienza, a porte chiuse, si è tenuta ieri dinanzi ai giudici della Prima penale, presidente Mariella Montefusco. Da quest’accusa lo psichiatra si è sempre difeso, sostenendo che la “storia” messa in piedi della donna era sfociata in denuncia penale dopo che il marito di lei, anche lui medico, aveva scoperto la loro relazione. A riprova di quanto dichiarato, il suo difensore, l’avvocato Silverio Sica, ha prodotto un elenco di sms che testimonierebbero l’esistenza del rapporto sentimentale. L’elemento di prova è stato acquisito al fascicolo del dibattimento e sarà oggetto d’esame dei giudici. Ed è proprio su quegli sms che si concentra il processo. A svelare la relazione amorosa sarebbero stati proprio i brevi messaggi che medico e paziente si erano scambiati. Testi che nulla avevano a che fare con la patologia della donna. Quella lettura non sarebbe rimasta privata, ma li lesse anche il marito dal quale è partita la segnalazione al consiglio dell’ordine dei medici, facendo avviare nei confronti del collega un procedimento disciplinare tuttora aperto in attesa delle determinazioni della magistratura. Quelle che secondo l’accusa erano violenze sessuali, perché consumate senza il pieno consenso della vittima, sarebbero iniziate dopo circa tre anni e mezzo dalla terapia, quando la paziente era in via di dimissione. Qualche tempo dopo la segnalazioni ai probiviri dei medici è arrivata la denuncia penale che ha dato origine al procedimento in corso al tribunale di Salerno. L’accusa sostiene, in pratica, che lo psichiatra si approfittò dello stato di inferiorità psichica della donna per soddisfare le proprie pulsioni. Lui sostiene il contrario, cioè che la donna era in via di guarigione ed era pienamente consapevole della relazione. La verità verrà fuori dal dibattimento dove accusa e difesa esibiranno le loro prove. La prossima udienza, intanto, è stata fissata a luglio.
Massimiliano Lanzotto
©RIPRODUZIONE RISERVATA