«Ero accecato dalla rabbia e l’ho colpita»

Pagnani racconta i momenti del delitto. «Il post su Facebook? Non ricordo». Fiaccolata a Postiglione: le esequie alle 15

POSTIGLIONE. Rimane in carcere Cosimo Pagnani, accusato di aver ucciso a coltellate domenica sera, a Postiglione, l’ex moglie Mariangela D’Antonio, 34 anni. Assistito dal suo legale di fiducia, il penalista Carmine Monaco, il 35enne di Scorzo di Sicignano ha raccontato la sua verità. «Domenica sera - ha detto in modo confuso al gip - sono stato preso da un momento di furia...». Ha ricordato anche il particolare di aver rifiutato il trasferimento urgente in ospedale, chiesto dal medico del 118: «aspettavo i carabinieri...».

Nel corso dell’udienza nel carcere di Fuorni dove Pagnani è recluso da domenica sera, il pm ha chiesto spiegazioni di quel “post” (“sei morta t…”, il testo agghiacciante) comparso sul suo profilo Facebook prima o subito dopo il delitto. Pagnani avrebbe detto di «non ricordare»: «ero sotto quel portico, ad aspettavo l’arrivo delle forze dell’ordine per consegnarmi». L’unica telefonata sarebbe stata fatta ad un parente per avvertirlo dell’accaduto.

Nella serata di ieri, nel frattempo, è stata eseguita l’autopsia sul cadavere di Mariangela D’Antonio. Ad effettuare l’esame autoptico il medico legale Sandra Cornetta. Confermata, in buona sostanza, l’iniziale valutazione: sul corpo della donna sono state inferte nove coltellate. Di queste almeno due sono state mortali. L’arma del delitto è un coltellaccio, tipo pugnale, usato in agricoltura che presenta una lama acuminata di venti centimetri. I carabinieri della compagnia di Eboli, diretta dal capitano Alessandro Cisternino e dal tenente Francesco Manna, l’hanno trovato domenica sera sul tavolo della cucina ancora intriso di sangue. L’omicidio di Mariangela, (Maria per gli amici) secondo i rilievi dei carabinieri della Sis di Salerno, diretta dal tenente colonnello Giulio Pini, è avvenuto all'interno dell'abitazione della donna, in località Zonzo nell’agro di Postiglione, in una stanza che fungeva da soggiorno-ingresso dove vi è anche un angolo cottura. A dare l’allarme ai carabinieri sono stati il padre e il fratello della D’Antonio. Quest’ultimo avrebbe avuto anche una colluttazione con l’uxoricida prima dell’arrivo dei militari dell’Arma.

Il movente dell’omicidio - come ha confermato lo stesso Pagnani nell’interrogatorio - sarebbe riconducibile alla contrastata separazione degli ex coniugi. Soprattutto in relazione all’affidamento della bambina di otto anni, di cui la madre aveva avuto dal giudice la temporanea custodia legale.

Dei contrasti con l’ex marito sull’affido della figlia, Mariangela non ne faceva mistero come spiega in una sorta di lettera aperta al marito sul suo profilo di Facebook. Maria il 28 ottobre scriveva a Cosimo tramite la rete, “per ora le condizioni le detto io in attesa del Giudice”.

Ieri sera a Postiglione c’è stata una fiaccolata per le vie del paese dopo un momento di preghiera nella chiesa dei Santissimi Giorgio e Nicola, dove oggi, alle 15, si terranno i funerali di Mariangela.

Massimiliano Lanzotto

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