IL PERSONAGGIO /1 

Ernesto, “meridionalista” della Lega 

Sica, il sindaco acrobata: da De Mita a Salvini, passando per Berlusconi

PONTECAGNANO. È stato il golden boy della politica salernitana: sindaco di Pontecagnano a soli 28 anni, consigliere regionale nel 2005 con 28mila preferenze, più volte consigliere e assessore provinciale. E una carriera politica “consumata” tra Popolari, Margherita, Forza Italia e, adesso, Lega. Il tutto intramezzato da un breve ma intenso flirt, mai definitivamente sbocciato, con Vincenzo De Luca.
Se pensi a Pontecagnano indubbiamente l’associ con Ernesto Sica, sindaco per ben 15 anni. Ma Sica è conosciutooltre i confini cittadini. Alla sua parabola politica manca, però, la ciliegina sulla torta: la candidatura (e l’elezione) in Parlamento. Ha tentato più volte di ottenere il nulla osta per fare il “salto” a Roma, senza mai riuscirci. Una “macchia” nella carriera politica che l’ex consigliere regionale spera di colmare presto. Proprio in quest’ottica, oltre che per gli screzi con la governance provinciale di Forza Italia, deve essere letto il suo ultimo approdo alla Lega.
Sica inizia a fare politica da giovanissimo: si narra che, poco più che maggiorenne, si fosse presentato all’allora ministro socialista Claudio Martelli, in un convegno a Bari, chiedendogli di prendere in mano le redini del partito a Pontecagnano. Tuttavia, al di là dell’appartenenza partitocratica, inizia l’impegno attivo politico nella sua città con una lista civica, nel 1994. E fino al 2007 continua la sua attività prima tra i Popolari e poi nella Margherita. Il 2007 è l’anno della prima svolta. Perché Sica non aderisce al neonato Pd ma decide di abbracciare la causa di Forza Italia. Un anno dopo, la prima delusione politica con il Pdl. Sica è in pole per una candidatura in Parlamento. Tutto sembra fatto ma, all’ultimo minuto, viene escluso dal lotto dei candidati. Lui è a Roma e apprende la brutta notizia in diretta. Chiede spiegazioni, cerca di capire, ma non c’è nulla da fare. Si “consola” ridiventando sindaco di Pontecagnano. Nel 2010 scoppia lo scandalo della P3: Sica, nominato assessore regionale all’Avvocatura, dal neo eletto governatore Stefano Caldoro, deve rassegnare le dimissioni, perché viene accusato, tra l’altro, di aver predisposto un falso dossier proprio ai danni di Caldoro. Una vicenda giudiziaria che si è conclusa, in primo grado, qualche mese fa con la condanna di Sica a 10 mesi. L’incidente di percorso non gli impedisce, tuttavia, di essere rieletto sindaco nel 2013: è al “comando” di 8 liste d’ispirazione civica, anche se continua, almeno formalmente, a far parte del centrodestra. Sono gli anni in cui Sica si avvicina al futuro governatore Vincenzo De Luca, anche se il matrimonio non si consuma mai ufficialmente. Nel 2017 il ritorno in Forza Italia e i primi contrasti con la dirigenza provinciale e con Mara Carfagna. Viene accusato di aver bypassato l’ex ministra e di essersi fatto sponsorizzare da Tajani e Martusciello. La polemica rientra ma Sica, nonostante il mea culpa con una lettera di scuse, non ottiene una candidatura al Parlamento. Il resto è storia recente: l’adesione alla Lega e la discesa in campo come capolista della lista di Salvini a Pontecagnano.
Gaetano de Stefano
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