Il caso

Erbacce, topi e blatte «Sul trincerone di Salerno regna l’abbandono»

Siepi incolte e rifiuti minano la sicurezza dei passanti I residenti: «Siamo costretti a prendere percorsi alternativi»

SALERNO. Una piccola giungla in pieno centro città. Non tigri e coccodrilli ma blatte, topi e insetti vari a popolare la fauna che da mesi prolifera rigogliosa nel tratto del Trincerone che va da via Nizza a via Dei Principati, in prossimità del cantiere aperto nel giugno 2012 finalizzato alla realizzazione del completamento dell’ultimo tratto ad est della preziosa bretella che parte dalla rotatoria di via Sant’Eremita. «Hanno messo dei prefabbricati più di un anno fa che dovevano ospitare gli uffici – racconta Serena Tramparulo, una abitante della zona – ed hanno così tolto ai residenti diversi posti della zona 5. Peccato che i manufatti siano abbandonati e anche loro, come l’ambiente circostante, nel totale degrado». Basta percorrere quello che da vialetto è diventato un misero corridoio per colpa delle siepi incolte per capire che la mano dell’uomo nella zona, tolta quella per sporcare, imbrattare e gettare cartacce nelle aiuole, manca da tempo. «Sul trincerone da mesi non puliscono – continua la residente – ci sono, oltre le piante sporgenti che pungono, anche blatte, topi ed altri insetti. Non si può attraversare e bisogna servirsi di percorsi alternativi o passare in mezzo alle auto. A breve inizierà la scuola – aggiunge – e quello è un passaggio obbligato per tanti genitori che accompagnano i figli a scuola e al momento è tutto lasciato all’abbandono».

L’erba alta – ai lati del vialetto, tra le fughe dei lastroni di pietra che pavimentano la zona, ai lati del parcheggio, tra le strisce blu – la fa da patrona ma non è solo la sua altezza e ciò che essa nasconde a testimoniare l’incuria e il degrado che caratterizza da tempo l’area; basta avvicinarsi alla fontana monumentale dedicata ai giudici Falcone e Borsellino che affaccia su via Nizza, per essere travolti dall’odore nauseabondo che sale dal pantano putrido in cui si è trasformata la vasca, completamente coperta da una patina limacciosa causata dall’acqua stagnante. «Il verde pubblico va curato perché altrimenti diventa pericoloso. Bisogna pensare alla sicurezza – conclude Serena – che non va mai in vacanza e se pure ci volesse andare bisogna trovare un sostituto. Io abito li ed ho visto la situazione peggiorare di giorno in giorno fino ad arrivare a ieri quando l’intero percorso risultava praticamente inaccessibile». Sembra poi che alcune piante che invadono il percorso pedonale ormai ridotto all’osso siano particolarmente insidiose per la presenza di rami pungenti che continuano ad allungarsi a dismisura creando un pericolo soprattutto per i bambini che rischiano facilmente di graffiarsi passando troppo vicini alle spiepi.

Sicuramente la situazione è lentamente precipitata da quando è stato aperto il cantiere nella zona ma, come dicono in molti nel quartiere, «la presenza di ruspe e container non autorizza gli inservienti del verde pubblico a bypassare quest’area e gli spazzini a non pulire. E se i lavori dovessero durare altri anni noi dovremo tollerare tutto questo fino alla loro conclusione?».