la polemica

Ente Camerale Gli artigiani non votano il bilancio

E’ scontro aperto tra una fetta delle imprese salernitane e la Camera di Commercio. L’altro giorno in una nota, il presidente Guido Arzano aveva definito inutili e strumentali le polemiche mosse all’i...

E’ scontro aperto tra una fetta delle imprese salernitane e la Camera di Commercio. L’altro giorno in una nota, il presidente Guido Arzano aveva definito inutili e strumentali le polemiche mosse all’indirizzo dell’ente di via Roma. Nel giorno della vigilia di Natale, è stata la volta delle sigle dell’artigianato (Casartigiani, Claai, Confartigianato) e una parte delle associazioni del settore agricoltura (Confagricoltura), che non hanno votato il bilancio, astenendosi. «La motivazione di tale scelta è dovuta in primo luogo alla poca collegialità della proposta - hanno voluto precisare - In un momento così particolare della vita delle Camere di Commercio e ad una crisi che fa chiudere ogni giorno decine di aziende era opportuno il maggior dialogo possibile tra le associazioni datoriali, che sono la componente legislativamente fondamentale nelle scelte decisionali dell’ Ente - si legge in una nota - In secondo luogo , nonostante la volontà espressa di sviluppare strumenti di creazione di nuove fonti di ricavo con il pieno coinvolgimento dei dipendenti della Camera non vi è alcuna traccia di investimenti attivi. Le nostre perplessità sono nel breve, ma soprattutto nel lungo termine. Infatti nel momento in cui sia la riduzione delle aziende iscritte che la diminuzione del contributo camerale porterà enormi difficoltà nello svolgimento delle attività anche e solamente ordinarie della Camera con ancora maggiori ripercussioni anche sui dipendenti camerali». E ancora, per chiarire meglio le ragioni del proprio dissendo: «Occorreva un bilancio previsionale di maggiore coraggio, di maggiore coinvolgimento delle Associazioni che sono l’unica rappresentanza del mondo imprenditoriale delle nostra provincia. Ripensare al ruolo e alla funzione della Camera di Commercio era un nostro dovere».