Emergenza influenza L’unità di crisi vara il piano per il “Ruggi”

Stilato un protocollo per le dimissioni in sicurezza Sarà adottato anche dagli altri ospedali dell’azienda

Contro l’influenza di stagione che sta colpendo anche la nostra provincia, il “metodo della nonna” resta sempre valido: riposo assoluto, cibi caldi e antibiotici o sedativi per curare tosse, raffreddore o mal di gola. Sono solo alcuni dei suggerimenti emersi dall’unità di crisi convocata ieri mattina all’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno per monitorare e fronteggiare l’elevato numero di accessi al pronto soccorso – circa 300 al giorno – registrato negli ultimi giorni. «L’elevato numero di accessi che si sta verificando in queste ore – ha spiegato il dottor Giuseppe Perillo, direttore del dipartimento strutturale delle specialità mediche dell’azienda ospedaliera – è dovuto, in molti casi, al fatto che i pazienti non si rivolgono più ai loro medici di famiglia, per diverse ragioni, e decidono di recarsi direttamente in ospedale. Questo è anche frutto della sempre più crescente fiducia che ripongono nella struttura». Un dato evidenziato con piacere ma che, al contempo, crea non poche difficoltà nella gestione dei singoli casi.

Eppure, secondo le circolari diffuse dal Ministero della Salute, l’influenza che ha colpito l’Italia non deve preoccupare come negli Stati Uniti. «Si tratta pur sempre di un’influenza benigna – ha rimarcato Perillo – che può essere curata, nelle forme lievi, seguendo una serie di istruzioni molto semplici». Come, ad esempio, quella di evitare i luoghi pubblici affollati come bar e uffici, ma anche i mezzi pubblici.

Diverso, invece, il discorso per quei soggetti già affetti da altre patologie come i cardiopatici, i diabetici e i malati di tumore. «Qui – continua Perillo – è necessario il ricovero in ospedale». Ma, per fortuna, i casi restano ancora nella norma.

Nel corso della riunione di ieri è stato anche stilato un documento, rivolto anche ai plessi accorpati del “da Procida” di Salerno, del “Fucito” di Mercato San Severino e del “Santa Maria dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni, per permettere una dimissione “facile”, ma in sicurezza, per tutti quei pazienti che possono essere curati anche a casa, con l’obiettivo di liberare posti letto, la cui carenza continua a rappresentare il vero neo nella gestione delle emergenze sanitarie, compresa l’influenza di stagione.

Mattia A. Carpinelli

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