Emergenza cinghiali, la Regione “promuove” la caccia selettiva

Al tavolo tecnico assenti i vertici del Parco: passa la linea dei sindaci contro le reti elettrificate Doddato: «Inseriamo la carne degli ungulati nella filiera delle tipicità e delle eccellenze locali»

NAPOLI. Riunione fiume ieri al centro direzionale di Napoli sulla questione cinghiali. Da una parte l’Ente Parco del Cilento, rappresentato da tecnici (assenti il direttore Angelo De Vita e il commissario Amilcare Troiano) e dall’altra i comuni, guidati dal sindaco di Ottati, Doddato. A mediare la Regione che aveva convocato la riunione chiamando anche l’Unione delle Comunità Montane, la Coldiretti e la FederCaccia regionali.

Dal confronto è emersa la totale inefficacia delle recinzioni elettrificate, provvedimento adottato dal Parco nei mesi scorsi, e l’impellente necessità di interventi diversi per contenere il dilagare dei cinghiali. Si è partiti dal punto fermo di aumentare i selecontrollori, per portare avanti una caccia selettiva. «Il problema è che gli animali – dice Doddato – lasciano la campagna in cerca di cibo e arrivano in città. Per evitare ciò, si deve fornire loro il cibo». Un foraggiamento nelle campagne, dunque, che porti i cinghiali a non spostarsi.

Anche la dieta mediterranea potrebbe subire una piccola variazione dopo la riunione di ieri: «l’aggiunta nella filiera della carne di cinghiale come nuovo prodotto - continua il primo cittadino - potrebbe rappresentare una nuova eccellenza del Cilento e una nuova voce nell’economia». Ultima, ma non meno importante, decisione presa è la sterilizzazione di alcuni esemplari affinché non procreino negli anni a venire.

Il Parco, tramite i suoi delegati, ha assicurato di essere a conoscenza del problema e che è impegnato nel trovare una soluzione per risolverlo adeguatamente. «Ci sono 90 selecontrollori su tutto il territorio del Parco – dicono – che sanno quando, dove e a cosa sparare e presto ne saranno istruiti altri. Da parte nostra, oltre alla caccia selettiva, c’è la disponibilità di creazione di recinzioni perimetrali ai paesi che impediranno agli animali di scorazzare incontrollati».

La proposta è stata subito rigettata e su questo Doddato fa una similitudine molto forte: «sarebbe come il muro anti- immigrazione in Ungheria. Quando gli immigrati erano pochi – spiega – la barriera era efficace nel respingerli, ma quando il loro numero è cresciuto sono riusciti ad oltrepassarla. Sarà così anche per gli ungulati».

Dal Tavolo Tecnico si sono alzati tutti soddisfatti anche grazie alla promessa della Regione di tempi molto celeri per l’attuazione delle decisioni: «Vigileremo – conclude il sindaco – affinché le promesse non rimangano tali. Nel frattempo ci sarà, nella prima settimana di settembre, una riunione tra noi sindaci per fare il punto della situazione. La priorità di noi sindaci è la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini».

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