ELEZIONICaldoro, la Campania tra le mani

Il neo presidente: "Berlusconi ci aiuterá col piano per il Sud e quello contro il crimine"

NAPOLI. La mattina dopo la vittoria, Stefano Caldoro arriva al comitato elettorale con in mano i fogli dei dati definitivi. E mette subito in chiaro una cosa: «Non è vero che ho preso meno voti delle mie liste. Anzi, siamo praticamente pari». E i numeri gli danno ragione.

SPECIALE ELEZIONI Regione | Comuni della Provincia di Salerno

Un milione e 615mila voti alla coalizione, 1 milione e 586mila al presidente, con uno scarto dell’1,4% che nasce quasi tutto a Salerno ed è inferiore al consenso personale che l’avversario De Luca ha recuperato sulle sue liste.

Presidente, che significa questo dato?
Dimostra che c’è stato un lavoro comune tra coalizione e candidato. Quando si vede il vantaggio di De Luca sulla sua coalizione, quello non è un problema mio; dipende dal fatto che De Luca ha preso i voti personali perché ha fatto una campagna "io contro tutti", quindi la gente votava solo lui e non i partiti.

Questo le consente di rivendicare autonomia?
Guardando ai risultati nessun partito è determinante nei numeri, escluso il Pdl. Sono tutti determinanti politicamente.

La vicepresidenza andrá al Pdl o a un altro partito?
Non lo so ancora.

In giunta ci sará qualche tecnico o solo politici?
Sono termini riduttivi, l’importante è avere le competenze. Ed è importante che ci sia una squadra unita. Quello che non faremo mai è riprendere la vecchia logica di trattativa tra i partiti

Non la preoccupa l’influenza di De Mita?
Penso che la questione De Mita si stia ingigantendo. Lì c’è un partito, di cui De Mita è un importante dirigente, ma è sempre un partito.

De Luca dice che lei avrá un bel po’ di problemi.
Fa il suo lavoro di opposizione.

In attesa dell’insediamento che si fa?
Abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro su vari dossier, giá ci lavorano parte di quelli che lo hanno giá fatto in sede di elaborazione del programma. Il lavoro è giá iniziato anche sulla preparazione di delibere urgenti e proposte legislative.

Ha sentito Berlusconi?
L’ho anticipato. Gli ho fatto io i complimenti prima che lui dicesse come stai, perché non c’è dubbio, ha vinto ancora una volta lui. Ha avuto ragione e nessuno gli credeva. Tutti dicevano che stava impostando una campagna elettorale in maniera non utile, invece è stato coraggioso. Ha avuto ragione sul messaggio. Anche il giuramento fatto in piazza: è stato preso un po’ sottogamba, perché ogni tanto teniamo troppo la puzza sotto il naso, ma era un gesto simbolico dell’intesa con il governo nazionale, dell’essere un’unica squadra. E’ importante avere governi locali in sintonia con il governo nazionale. Così si funziona meglio e si danno maggiori risposte. Dall’altro lato non hanno dato lo stesso segnale di compattezza, anzi tutto sembrava frammentato.

Quale contributo si attende dal governo.
Il piano Sud in primis, per lo sviluppo, e il piano straordinario contro la lotta alla criminalitá. Sono due piani del governo che per noi rappresentano un punto di riferimento. Poi c’è tutta la partita europea. La Regione deve essere molto più in Europa di quanto lo sia adesso, ma non con gli uffici, con le tante energie che abbiamo. Le universitá sono piene di persone che possono darci una mano in Europa. Bisogna stare molto più fisicamente lì; tra le regioni dell’obiettivo uno ci dicono che siamo tra quelle più assenti.

Cosa fará da subito e qual è l’obiettivo dei primi cento giorni?
Sanitá, formazione professionale, fondi europei.

C’è il problema dei 500 milioni di fondi Fas con cui si voleva pagare il deficit della sanitá: lei ha contestato la scelta, ci sará una revoca?
Non lo so, devo parlarne con Tremonti. E’ un problema, perché i soldi o li prendi da o lì o devi trovarli da un’altra parte, non è che te li regalano. La veritá è che non avrebbero dovuto chiedere fondi Fas ma impiegare i mesi del commissariamento per fare un piano di risanamento deciso. Invece non hanno fatto nulla.

L’hanno infastidita alcuni attriti interni al Pdl: tra la Carfagna e la Mussolini, tra Bocchino e Cosentino?
Se tutti gli attriti sono quelli visti in campagna elettorale e il risultato è questo, ben vengano. Vuol dire che non erano strumentali e che quando c’è da dire qualcosa è bene che la si dica.

Il vertice del Pdl campano sará confermato?
Il risultato è tale che il gruppo dirigente è pienamente legittimato. Tutto quello che si raccontava su presunti disimpegni non ha trovato riscontro. C’è un bel risultato a Napoli cittá, è la prima volta che andiamo sopra alle amministrative. Questi tre punti di vantaggio ci portano bene: ci hanno sempre detto che la differenza tra me e De Luca era di tre punti, vuol dire che anche a Napoli daremo 10 punti di distacco.

C’è stato un momento in cui ha temuto di perdere?
Un po’ quando lui ha messo in campo, all’inizio, quella macchina da guerra. Ha dato un bell’impatto, ha speso anche tanto, ma sulla distanza non ha potuto reggere.

Aver rifiutato il confronto può averlo danneggiato?
Non so. Se l’avessi fatto io mi avrebbero spellato vivo. Se fossi arrivato io con tre avvisi di garanzia e un rinvio a giudizio non mi avrebbero fatto fare un passo. Questa vicenda non è stata utilizzata come argomento e ne sono contento, perché sono un garantista, ma se fosse capitato a uno del centrodestra ci avrebbero impiccato.

E il ruolo di Bassolino?
Nell’elezione dei consiglieri regionali i suoi hanno fatto cappotto. Io l’ho sentito all’ultimo intervento alla Mostra, è fortissimo.

Vuol dire che marca la differenza con De Luca?
Oggettivamente Bassolino ha una personalitá molto più forte. La veritá è che dopo Bassolino a sinistra non c’è più nulla, c’è un crollo di classe dirigente perché Bassolino ha accentrato tutto su di sé. E lui la differenza la fa, ancora oggi: basta vedere gli eletti. Credo si giocherá una partita nazionale, o europea.

 

LA SCHEDA
Nel 1985 l’esordio in consiglio

49 anni, sposato con la docente di Medicina Annamaria Colao, con cui ha la figlia diciottenne Alessia, Stefano Caldoro è stato l’ultimo segretario del Nuovo Psi prima della confluenza nel Pdl.
Nato a Campobasso, ma da sempre residente a Napoli, ha iniziato l’attivitá istituzionale nel 1985 come consigliere regionale della Campania. Nel 1992 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei deputati.Con i Governi Berlusconi è stato, nel 2001, sottosegretario e viceministro a Istruzione, Universitá e ricerca; nel 2005 è stato nominato ministro per l’attuazione del programma. Ora è deputato, eletto nel 2008 nella lista del Popolo delle libertá.Laureato in Scienze politiche, è giornalista e direttore del quotidiano SocialistaLab. E’ appassionato di libri di storia, ma è anche uno sportivo e pratica windsurf e sci.