guerra tra dipendenti 

Elezioni Rsu all’Italcementi C’è un esposto in Procura

Tredici dipendenti dell’Italcementi, attualmente in cassa integrazione, assistiti dall’avvocato Francesco D’Ambrosio, presentano una querela in Procura per denunciare «gravi irregolarità compiute, ai...

Tredici dipendenti dell’Italcementi, attualmente in cassa integrazione, assistiti dall’avvocato Francesco D’Ambrosio, presentano una querela in Procura per denunciare «gravi irregolarità compiute, ai loro danni, nell’elezioni per i rappresentanti della Rsu e della Rls e per il reato di falso nel verbale».
Secondo quanto sostenuto dai dipendenti ci sarebbe stata una chiara volontà, di chi ha gestito il turno elettorale «di pilotare il voto su un binario ben definito ed anzitempo predeterminato» a discapito dei colleghi «che si trovano in grosse difficoltà economiche e lavorative, essendo in cassa integrazione, che avrebbero potuto, attraverso il voto, esprimere un diverso membro sindacale a tutela dei loro diritti».
Nell’esposto vengono prefigurate diverse irregolarità. In primis si contesta la nomina di presidente e scrutatori, in quanto sono stati nominati gli stessi componenti della commissione elettorale. A parte questa anomalia, più formale che sostanziale, vengono confutati ulteriori adempimenti, che avrebbero viziato l’appuntamento elettorale per la scelta dei rappresentanti sindacali. A partire «dall’avviso delle elezioni che è stato affisso solo nella bacheca della fabbrica» e «non visibile a chi, da tempo, non frequentava lo stabilimento» che, dunque, non sarebbe potuto venire a conoscenza dell’appuntamento elettorale. Una strategia, a detta dei dipendenti, studiata a tavolino e non affatto casuale, in quanto si sarebbe voluto scientemente escludere i lavoratori in cassa integrazione, tant’è che nessuno di loro ha partecipato all’elezioni «perché all’oscuro di tutto».
Il dito accusatorio è puntato pure su altri aspetti della vicenda, come la chiusura anticipata (di un’ora) del seggio. Un particolare quest’ultimo che emerge anche dai verbali e che sarebbe da imputare alla volontà d’impedire «a chi non avesse ancora votato di esprimere la propria preferenza». Inoltre si adombrano dubbi pure sullo stesso verbale, che riporta il numero degli aventi diritto al voto(49), dei votanti (27) e delle schede bianche (22): «Si lascia intendere – è scritto nella denuncia – che i votanti siano stati 49, di cui 27 hanno espresso la preferenza e 22 hanno consegnato scheda bianca. Così non è stato, in quanto 22 dipendenti non sono andati proprio a votare e quindi l’attestazione è falsa». (g.d.s.)
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