Elezioni. Romano diffida De Luca: "Basta fango"

Il sindaco di Mercato San Severino e assessore regionale Giovanni Romano (foto) diffida formalmente De Luca: «Basta fango, non sono nell’illegalitá»

• La definizione di «assessore dell’illegalitá», affibbiatagli da Vincenzo De Luca per la presunta incompatibilitá tra i ruoli di sindaco di San Severino e assessore regionale, Giovanni Romano non intende più tollerarla. Per questo si è affidato alle vie legali, e ieri ha indirizzato al sindaco di Salerno una diffida, controfirmata dall’avvocatoAlfonso Senatore, con tanto di richiesta di rettifica e minaccia di rivolgersi alla magistratura penale. «Ella non manca occasione per offendermi dileggiandomi, definendomi «sindaco illegale» nonché altro ancora - scrive rivolto a De Luca - Tanto offende la mia persona e lascia trapelare in chi legge e ascolta la tv che io sia una persona poco per bene e fonte di illegalitá».

Illazioni del tutto infondate, precisa, citando norme di legge, sentenze del Consiglio di Stato e allegando ad adiuvandum il parere della Prefettura e una nota dell’Osservatorio del Viminale. La tesi è che nel caso di specie l’incompatibilitá non esiste, perché la normativa vigente la prevede solo per cariche elettive (non si può essere sindaco e consigliere regionale) ma non per un incarico attribuito da "esterno", come la delega all’ambiente che il presidente della Regione ha affidato a Romano. Il riferimento all’illegalitá, ripetuto da De Luca in più occasioni, dimostra secondo l’assessore «la sua grande ignoranza (nel senso di ignorare , non sapere), in materia». Quindi tira le somme: «Tutto ciò premesso e ritenuto, in fatto e in diritto - si legge nel documento - la invito diffido a voler rettificare quanto afferma in ordine ad una mia illegalitá, per essere nello stesso tempo sindaco di Mercato San Severino e assessore regionale. Certo - conclude - di non essere costretto a dover adire la magistratura penale per il reato di diffamazione».

• La querela Romano l’ha annunciata anche nei confronti dei dirigenti del Pd, che pochi giorni fa hanno rilanciato in una conferenza stampa l’accusa di incompatibilitá e chiesto l’ispezione del Ministero dell’economia sui conti di San Severino. A reagire sono anche i vertici del Pdl: «Criticare l’operato di un uomo come Giovanni Romano dá la misura di quanto sia profonda la crisi del Pd - dichiara il vice coordinatore AntonioIannone - Romano è un grande sindaco e come assessore regionale sta facendo miracoli. Ha due incarichi ma lavora per quattro».Per Iannone l’iniziativa dei dirigenti Democratici ha il solo scopo «di lenire i fastidi intimi di De Luca, quello stesso che definisce il Pd un partito di anime morte. Hanno la sindrome di Stoccolma - affonda - e somigliano a quelle donne che pensano di continuare a fare il proprio dovere di casa mentre il marito le umilia e le percuote».
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