Elezioni. Le nove mosse di Gagliano per Salerno

Gagliano snocciola il suo programma e ritrova, nell’alleanza, alcuni finiani che non hanno seguito la linea ufficiale del partito. Il candidato centrista non risparmia critiche a Provincia e Comune

• Salerno.Nove punti di programma e uno slogan:tra il rude De Luca e l’inconcludente Cirielli, votate per la concretezza di Salvatore Gagliano.Il candidato del polo moderato propone la sua terza via.

• Lo ha fatto ieri sera nella sala dell’hotel Mediterranea, affiancato dai dirigenti di Udc, Popolari per il Sud e Api.Accompagnato da un video in cui compaiono, sulle note di "We are the champions" dei Queen, le fasi salienti della sua vita politica e professionale, foto di famiglia, incontri con personaggi sportivi e l’effigie di Papa Wojtyla. «Non svenderemo i nostri voti - assicura Gagliano - quelli di noi che andranno in consiglio comunale sapranno rappresentare questa sala».Ai vertici di partito il compito di insistere sul significato politico dell’alleanza centrista, che ritrova al suo fianco anche pezzi di Fli. Il partito ufficiale sostiene il candidato Francesco Farina nella lista del Pdl, ma ad applaudire Gagliano c’erano ieri finiani come Maria Teresa Baione, Gerardo Sano, Stanislao Filice.

• Alfonso Giannella, coordinatore dell’Api, parla di un terzo polo che nasce «per ricominciare a fare politica».Luigi Cobellis, consigliere regionale Udc, accusa il centrodestra salernitano di «un’impostazione, politica e culturale, speculare a quella di De Luca».

E Paolo Del Mese, vice presidente nazionale degli ex Udeur, ribalta il ragionamento: «De Luca - spiega - si presenta come il rappresentante di un populismo alla Berlusconi». Il candidato Gagliano sfodera la linea dell’equidistanza. Parla di un centrodestra al governo della Provincia «che si è dimostrato peggio del peggiore centrosinistra, che ha tradito i valori della destra sociale e non guarda più alla gente ma ai potentati». Spiega di essere andato via dal Pdl perché non vi riconosceva più i valori della destra e ringrazia per l’attestato di affetto di uno striscione all’ingresso dell’hotel: "Ti seguiremo ovunque, mai per interesse solo per stima".

Poi illustra il programma. Nove punti: cittá libera e accogliente, vocazione turistica, trasporti, societá miste, bilancio comunale, urbanistica, servizi sociali, sport e un "microdistretto delle professioni creative", che si vorrebbe far nascere nei capannoni ex Enaip in via Allende, di proprietá della Regione.Qui Gagliano immagina di trovare spazio a cinquanta piccole imprese giovanili, per dare slancio a settori come la moda e la ceramica. Torna ad attaccare la Provincia sulle consulenze, ma affonda anche sul Comune puntando il dito su opere incompiute e progetti tardivi.

«De Luca non può ricordarsi adesso, dopo vent’anni, dell’inquinamento del mare. Il palazzetto dello sport si è bloccato anche perché era un’opera mastodontica, e la cittadella giudiziaria è vergognosamente brutta, ma ora va completata». Propone, tra l’altro, una verifica attenta sul bilancio comunale e la costituzione di un’unica societá di servizi pubblici, che assorba le attuali partecipate.

Insiste per la delocalizzazione del porto commerciale nella parte meridionale della provincia («è impensabile lasciarlo dov’è»), e ipotizza uno "sportello sociale" che garantisca aiuto e sussidi ad anziani e famiglie in difficoltá, e chiede uno stop all’affidamento ai privati delle strutture sportive. Infine affonda: «A Salerno non esiste meritocrazia, i giovani frequentano le segreterie politiche. I nostri candidati sono liberi, sanno che in questa cittá ci saranno ripercussioni ma non hanno bisogno di incarichi per vivere».
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