Elezioni a Salerno. De Luca: "Costruirò la cittá della cultura"

Il sindaco ha aperto la campagna elettorale lanciando la nuova sfida per i prossimi cinque anni: "Faremo di Salerno la cittá della cultura, possiamo diventare primi in Europa"

• Salerno. Vincenzo De Luca entra e per poco la folla non lo travolge, costringendo il servizio d’ordine a proteggerne la corsa.In sala campeggia lo slogan "Fieri di Salerno": su cartelloni, striscioni, maxischermi, persino sulle magliette di gruppi di supporter.

• Per la manifestazione che presenta liste e programma, il sindaco ha voluto lo sventolio di bandiere tricolore, in omaggio all’unitá d’Italia. La colonna sonora è quella dell’ultimo successo di Gianna Nannini, e l’ingresso è preceduto dalla proiezione dello spot elettorale. Il video apre con le "chiancarelle" («per mostrare da dove siamo partiti»), e prosegue con le grandi opere, le luci d’artista, i volti dell’ex rettore Vincenzo Buonocore e dell’ultras granata Carmine Rinaldi (il "siberiano"), entrambi scomparsi. Non c’è invece, dopo il veto della vedova, l’ex sindaco Vincenzo Giordano.

• La platea si scalda. «De Luca, De Luca». Partono cori da stadio, «De Luca, uno di noi».E uno striscione recita:«Fieri di Salerno, fieri di te». Lui rinuncia a presentare le liste, e va dritto sul programma. Non prima di un omaggio a Vittorio Arrigoni, «grande connazionale assassinato a Gaza, che dimostra come ci siano valori per cui si può sacrificare anche la vita». Ai salernitani, chiede di combattere adesso per raggiungere una nuova frontiera: fare di Salerno la cittá della cultura e della creativitá. «E’ la nuova frontiera che vi propongo - annuncia - ancora più ambiziosa della trasformazione urbanistica che, ormai, è realtá». E’ la sfida per i prossimi cinque anni, con cui conta di proiettare la cittá sullo scenario nazionale ed europeo, «perché se per dimensioni e patrimonio storico non possiamo essere i più grandi, possiamo però essere i primi».

E allora offre il modello di Edimburgo per i teatri, di Salisburgo per la lirica, di Spoleto per la musica contemporanea, spiega di puntare con i porti al turismo ricco di Capri, e con le grandi opere a quello raffinato degli studiosi di architettura. Annuncia due auditorium, un laboratorio scenotecnico, una rete dei musei civici, e una variante a Marina d’Arechi per fare spazio a un hotel sette stelle in stile Dubai. «Abbiamo deciso di fare di Salerno Barcellona» rilancia. E consegna alla platea una sorta di chiamata alle armi perché difenda, all’ultimo voto, questa visione. «Niente volgaritá, non scendiamo sull’aggressivitá inconcludente degli avversari, ma chiedo a tutti di essere parte attiva e appassionata.Siamo riusciti ad arrivare fin qui perché ci abbiamo messo l’anima, qualcuno anche mutilandosi la vita, ora vorrei che questo lavoro si completasse».

E incalza: «Ai ragazzi chiedo di prendere in mano questa bandiera per raggiungere la nuova frontiera, vi chiedo di non limitare la vostra capacitá di sognare.Non solo per consentire a me di portare a compimento una vita dedicata alla cittá, ma anche per consentire a Salerno di avere un futuro».
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