VERSO IL VOTO

Elezioni 2020, settembre è nell’urna: scontro in Parlamento

Al via oggi l’approvazione del decreto che fissa le elezioni in autunno

L’unico dato che, al momento appare certo, è che si voterà a settembre. E che i cittadini andranno alle urne in due giorni, che resteranno aperte fino alle 15 del lunedì, per evitare così possibili picchi di affluenza ai seggi che contrasterebbero con le norme sul distanziamento sociale anti-coronavirus. Per la data, invece, ancora non c’è condivisione d’intenti. E, dunque, servirà trovare un accordo, per non andare allo scontro, che accontenti tutti. Le trattative ufficiali cominceranno oggi: torna in aula il decreto elezioni che, a tutt’oggi, non fissa una data esatta ma indica una finestra temporale che va dal 15 settembre al 15 dicembre.

Election day. L’idea della maggioranza è un election day che accorpi regionali, comunali e referendum. Finora, però, i faccia a faccia tra la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e i governatori uscenti, tra cui anche Vincenzo De Luca, non hanno dato i frutti sperati. Anzi i vertici della Conferenza delle Regioni hanno rinnovato la richiesta di un incontro con il premier per poter votare al più presto. Perché l’esecutivo sembra aver scelto il 20 e il 21 settembre, mentre le Regioni, al massimo, optano per il 6 e 7 settembre. Insomma, il terreno di confronto si sta trasformando in un campo di battaglia. In campo, infatti, ci sono esigenze diverse: innanzitutto c’è il rischio contagi, con il comitato tecnico-scientifico che - dietro richiesta di parere - ha consigliato al governo di aprire e chiudere le urne a settembre, non dopo, quando la diffusione del coronavirus potrebbe subire una nuova impennata. C’è poi l’esigenza di evitare diverse tornate elettorali in diversi momenti, che avrebbero un impatto sulle casse dello Stato ma anche e soprattutto sull’apertura dell’anno scolastico, messo già a dura prova dal virus.

Gaetano de Stefano

L'ARTICOLO COMPLETO SUL GIORNALE IN EDICOLA OGGI

ELEZIONI 2020: TUTTE LE NOTIZIE