Editoria e sviluppo Lo sprint di De Luca agita la minoranza 

Ciarambino: «Soldi pubblici per una serie di spot elettorali» Beneduce: «Sul Salernitano indecente pioggia di fondi»

NAPOLI. Non c’è solo la manovra ad infiammare la battaglia alla Regione. Legge sull’editoria e fondi per l’agricoltura sono terreno di scontro fra le opposizioni e la maggioranza di Vincenzo De Luca. Tappe forzate, su ordine del governatore, per approvare entro fine anno il testo sulle “Norme in materia di informazione e comunicazione istituzionale e di sostegno all’editoria locale”. Ieri, in Commissione Affari istituzionali, l’audizione dei rappresentanti di Ordine dei giornalisti, Corecom e Sindacato unitario giornalisti della Campania. Fino alle 12 di oggi è possibile depositare emendamenti.
Sul piatto della bilancia ci sono 2,5 milioni alle testate editoriali, dei quali 500mila per il 2017. Cifre su cui si concentra l’attacco del M5S. «De Luca ha finalmente trovato la formula perfetta per finanziare, con soldi pubblici, una serie di spot elettorali che saranno replicati fino alla fine del suo mandato - denunciano la capogruppo Valeria Ciarambino e il vicepresidente della commissione, Gennaro Saiello - si lascia alle opposizioni meno di un giorno per proporre emendamenti alla norma che distribuirà soldi alle stesse imprese già finanziate da una legge nazionale». «Si proclama la lotta al precariato - spiegano i pentastellati - ma non c’è traccia di misure per stabilizzare l’occupazione. Tra i requisiti di ammissione per le emittenti si parla di redazioni composte da giornalisti, ma invece di definire un numero minimo di dipendenti, si fa riferimento a una percentuale di informazione autoprodotta per la quale basterebbe anche una sola unità. E non si prevede nulla a supporto di start up, né c’è riferimento ai giornali on line, ed è paradossale il passaggio che prevede un finanziamento di giornali per non udenti, a cui però non fa difetto la vista».
Ma il percorso della legge è blindato. «L’operazione è fortemente voluta da De Luca e dalla giunta - assicura Enzo Maraio, consigliere del Psi - lo spirito è dare un segnale tangibile al mondo del giornalismo, tartassato da precariato e lavoro nero negli uffici stampa. Il testo è un buon punto di partenza e dà risposte, verificheremo la sua tenuta in corso d’opera. Mi sarei aspettato da un’opposizione credibile la critica che una norma del genere andava fatta prima».
Il presidente della I commissione, Alfonso Piscitelli, annuncia di aver convocato l’organismo per domani con l’obiettivo di «approvare questo importante provvedimento e di sottoporlo al più presto all’esame del Consiglio», perché il «ddl è molto atteso dal mondo giornalistico e delle imprese dell’informazione locale e colma un gap regionale in quanto, dopo 17 anni, dà attuazione alla legge sulle attività di comunicazione nelle pubbliche amministrazioni».
Ma ad accendere il confronto ci sono anche il Psr 2014-2020 e il diluvio di risorse sulla provincia di Salerno, su cui riferisce ieri “la Città”. «Con il Piano di sviluppo rurale De Luca ha valorizzato una sola campagna, quella elettorale - sostiene Flora Beneduce, consigliera di Forza Italia - la pioggia di fondi europei caduta sul Salernitano è a dir poco scandalosa. Su 45 soggetti ammessi ai contributi di una partita che vale 34 milioni di euro ben 22 sono della terra del governatore. I criteri di ripartizione evidentemente non tengono conto di una seria e adeguata pianificazione ma appaiono politicamente chiari».
Bordate anche da Michele Cammarano, consigliere del M5S: «Questi 34 milioni del Piano faranno comodo in vista delle elezioni, ma nella sostanza non miglioreranno lo stato dell’economia rurale, né incentivano nuove assunzioni. Nell’ultimo report trimestrale il ministero delle Politiche Agricole ha certificato che la Campania è l’ultima tra le regioni meno sviluppate, con uno stato di avanzamento del programma al 5,3 per cento. La smania di dover spendere velocemente tutto il denaro incide sulla qualità dei progetti».
Gianmaria Roberti
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