Edilizia nell’area del Parco Via libera alle costruzioni

Il direttivo rivede procedure e permessi per la manutenzione e nuovi interventi Stop ai nulla osta per alcune tipologie di opere e per i cambi di destinazione d’uso

VALLO DELLA LUCANIA. Meno burocrazia nel rilascio dei nulla osta per attività edilizie nel territorio del Parco del Cilento, Diano e Alburni. «Le disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia – si legge nel provvedimento votato l’altro giorno dal consiglio direttivo dell’Ente – sono oggetto di continui aggiornamenti finalizzati principalmente, a semplificare le procedure per il rilascio dei titoli abilitativi». L’assenza di correlazione «tra le nuove procedure abilitative previste dalla vigente normativa (permesso di costruire, segnalazione certificata di inizio attività e denuncia di inizio attività) e le vecchie concessioni o autorizzazioni, non consente una interpretazione univoca su quali siano gli interventi, impianti e opere da sottoporre al preventivo nulla osta dell'Ente Parco».

Per questo motivo il presidente del Parco, Tommaso Pellegrino, e i componenti del direttivo hanno voluto chiarire i nuovi criteri che saranno adottati per snellire le procedure amministrative.

In particolare nelle Zone A di riserva integrale «non sono soggetti a nulla osta dell’Ente Parco tutti gli interventi, impianti e opere che rientrano tra quelle attività di edilizia considerata libera» e «le varianti ai permessi di costruire, in corso d’opera che non incidono sui parametri urbanistici (volume, superficie utile e non residenziale, altezza)». Stesso discorso per le zone B di riserva orientata ma si invita l’utenza a «non inviare istanze di nulla osta relative a progetti che prevedano interventi edilizi eccedenti…».

E ancora: per le Zone C1 e C2 di protezione non è necessario il rilascio del nulla osta per «i mutamenti di destinazione d’uso, senza opere degli immobili, che prevedono destinazioni d’uso: naturalistiche, agro-silvo-pastorali, urbane e abitative, specialistiche, per attività sportive, ricreative, turistiche». Per quanto concerne le zone D aree urbane c’è la sola esclusione degli interventi ricadenti nei centri storici.

Nelle zone C1, C2 e D non sono soggetti a nulla osta interventi e opere che riguardino: «interventi sui prospetti o sulle coperture degli edifici, purché eseguiti nel rispetto degli eventuali piani del colore vigenti nel Comune e delle caratteristiche architettoniche, morfo-tipologiche, dei materiali e delle finiture esistenti, quali rifacimento di intonaci, tinteggiature, rivestimenti esterni o manti di copertura; opere di manutenzione di balconi, terrazze o scale esterne; integrazione o sostituzione di finiture esterne o manufatti quali infissi, cornici, parapetti, lattonerie, lucernari, comignoli e simili; interventi di coibentazione volti a migliorare l’efficienza energetica». Stesso discorso per «la realizzazione o la modifica di aperture esterne o di finestre a tetto».

Nessuna autorizzazione è necessaria neppure per miglioramento o adeguamento antisismico, eliminazione barriere architettoniche, installazioni di impianti tecnologici (condizionatori e impianti di climatizzazione, caldaie, parabole, antenne, ecc.), adeguamenti tecnologici di stazioni radio base e di impianti di radio trasmissioni, installazione di pannelli solari, interventi di adeguamento funzionale di cabine per impianti tecnologici a rete. E anche: opere di manutenzione e adeguamento degli spazi esterni, pubblici e privati di manufatti esistenti; realizzazione di monumenti, lapidi, edicole funerarie e arredo dei cimiteri; installazione di tende parasole o insegne. Via libera anche per interventi su infrastrutture viarie e ferroviarie, acquedotti, fognature, linee elettriche o di telefonia, muri e recinzioni purché siano operati fuori dalle zone D del Parco.

Andrea Passaro

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