Ecco via Indipendenza prima del Ventennio

Il verde della villa si estendeva là dove oggi sorgono la Prefettura e il Comune. La foto commentata dal farmacista Antonello Costabile  

SALERNO. Guarda la cartolina d’epoca e poi si affaccia al balcone. Sono passati circa 120 anni, ma da casa di Antonello Costabile la prospettiva di via Indipendenza è quasi la stessa. Bisogna guardare bene per accorgersi che in oltre un secolo sono invece cambiate tante cose, tanti particolari che il tempo restituisce nel bianco e nero d’uno scatto d’epoca. «Mio nonno, di cui porto il nome – spiega il farmacista salernitano – nel 1902 aprì una delle prime farmacie in città accanto alla chiesa di S. Lucia, dove ora c’è un negozio di ferramenta. L’immagine d’epoca, a giudicare da alcuni elementi, risale proprio a quegli anni d’inizio secolo. Siamo infatti ai primi del Novecento e non c’era ancora il Palazzo di Città, non c’erano nemmeno palazzo Natella e il palazzo della Prefettura. La villa Comunale, come si può vedere nello scatto, copriva tutta via Roma con un lungo filare di alberi, verde senza soluzione di continuità. Un’altra conferma della datazione viene dall’assenza della storica farmacia, la Mazzella: siccome sorse negli anni Venti, possiamo dire con certezza che la foto è antecedente a tale periodo. Nel 1924 nonno si trasferì poco oltre, a palazzo Edilizia dove continuarono mio padre Pietro e mio zio Arturo e dove ora io ho recentemente ripreso la storica sede della farmacia Costabile».

Soffermandosi sulla stampa, Antonello si dice «sorpreso di come ad inizio secolo, dove non c’era ancora nemmeno la linea del tram e neppure un’autovettura in circolazione, gli urbanisti seppero dare vita ad una strada così bella e maestosamente grande. Inoltre, ebbero l’accortezza di lasciare un magnifico polmone verde in pieno centro. Non si può dire altrettanto, per esempio, di Firenze dove gli spazi alberati si trovano relegati nei parchi, non tra i grandi palazzi». Nonno Antonio era nato nel 1870 e a Salerno era considerato tra i notabili «non tanto per motivi nobiliari, quanto perché rappresentava un punto di riferimento in campo medico. Aveva due lauree, una in Farmacia e l’altra in Medicina. Curava gratuitamente i poveri e dispensava visite mediche a chi ne aveva bisogno. Quando il re venne in visita in città, lui era tra gli invitati a sedere nel palco d’onore». Il Teatro Verdi si vede in primo piano nell’immagine e chi la commenta non può far a meno di ricordare che «uno spazio storico era il Casino Sociale, voluto proprio dal re e location di tutte le manifestazioni più importanti». Accanto alla chiesa dell’Annunziata si vede il palazzo omonimo che «c’è ancora, ma allora era unito alla chiesa. Le acque, durante l’alluvione del ‘54, sventrarono quel collegamento, aprendo la stradina attuale». Via Indipendenza era vivacizzata da un pullulare di botteghe, mercerie, salumerie: «Una piccola economia di quartiere con piccoli negozianti. Accanto ai loro negozi c’erano diversi depositi del vicino borgo marinaro delle Fornelle. Io ricordo ancora la scena di quei pescatori, aiutati da un piccolo esercito di figli, che tiravano le reti a S. Teresa, per poi andare a vendere il pescato alla Pietra del Pesce».

Per Antonello Costabile la via che prende il nome dalla storica riconquistata libertà dell’Italia dallo straniero è veramente la strada delle propria vita: «Sono nato al quarto piano del civico 38 di via Indipendenza, poi mi sono trasferito al terzo, ed ora sono al quinto piano. Non mi sono mai spostato da qui!».

Paolo Romano

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