Ecco i meccanismi dell’imbroglio Favoriti gli esercenti

La banda agiva su “ordinazione” in tutta la provincia Una frode costata centinaia di migliaia di euro all’Enel

L’ex dipendente Enel Francesco Amendola aveva il ruolo chiave dell’operazione Bypass chiusa dai carabinieri del nucleo operativo di Nocera Inferiore con cinque provvedimenti restrittivi per decine di casi sospetti individuati con l’aiuto degli ispettori mandati dall’azienda.

Il sessantacinquenne paganese, destinatario dell’unico obbligo di dimora nel comune di residenza, risulta coinvolto in numerose operazioni di manomissione compiute a largo raggio nell’area dell’Agro, nel napoletano e nella zona di Salerno, con “ordinazioni” ricevute direttamente, proposte e lavori eseguiti sul posto aggirando i meccanismi di conta interni ai dispositivi. Amendola “operava in una vasta zona ben oltre la provincia di Salerno”, beneficiando di contatti con personale specializzato Enel in varie sedi per le mansioni e le informazioni più disparate, mettendo insieme ben dodici casi di comprovato coinvolgimento. Con lui, sovente, c’era il figlio Davide Amendola, individuato in cinque casi comprovati a dare manforte al genitore. Il giovane Amendola, noto gioielliere paganese, era raggiunto da un ordine di custodia cautelare in carcere circa un anno fa per spaccio di stupefacenti, nell’ambito del maxiblitz antimafia contro il clan Greco- Sorrentino. Nell’attuale operazione però il perno era il padre, in grado di sabotare con magneti, allacci e bypass i contatori di abitazioni, esercizi commerciali e attività bisognose di risparmio sull’esosa bolletta, dietro pagamento per prestazione professionale. L’attività investigativa dei carabinieri lo ha pizzicato decine di volte a confabulare con clienti, soci e committenti, dispensando consigli, spesso ricevendo telefonate allarmate di clienti raggiunti da accertamenti imprevisti di carabinieri e tecnici Enel. In particolare i carabinieri hanno riassunto tra i destinatari dei lavoretti dell’Amendola un ristorante a Sant’Egidio, uno a Nocera Superiore, uno a Bracigliano, uno a nocera Superiore, uno a Cava, uno a Nocera Inferiore, tre stand di prodotti ortofrutticoli al mercato di Nocera- Pagani, alcuni bar, un hotel a Sant’Egidio Monte Albino, un ristorante a Mercato San Severino e l’abitazione privata dell’ex vicesindaco di Sant’Egidio, tutti finiti sotto inchiesta, denunciati a piede libero e in alcuni casi anche arrestati all’epoca dei fatti con l’accusa di furto aggravato e continuato.

Il gip Paolo Valiante ha vagliato l’articolata mole probatoria presentata dalla procura di Nocera Inferiore, compresi i numerosissimi casi fuori provincia, individuando tariffe, rapporti, elementi di prova e ruoli nel quintetto ritenuto meritevole di misura restrittiva.

I cinque finiti nella rete degli inquirenti coordinati dalla procura nocerina sono l’ex dipendente Enel Francesco Amendola, sessantacinquenne, raggiunto dall’obbligo di prersentazione, il figlio Davide, sottoposto da obbligo di dimora, Mario Pisacane di Terzigno, ex dipendente Enel, tutti e tre incaricati di reperire potenziali clienti ed effettuare le manomissioni, Francesco Cerciello, cinquantottenne di Brusciano, anche lui dipendente Enel, impiegato al call-center presso l’ufficio Enel di Napoli, e un ingegnere di Foggia.

(a. t. g.)

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