il meccanismo

Ecco come si truccavano i registri

AGROPOLI. Il meccanismo truffaldino, adottato dai fratelli Vissicchio, in base a quanto accertato dagli inquirenti, prevedeva: il sistematico utilizzo da parte dei docenti di penne con inchiostro...

AGROPOLI. Il meccanismo truffaldino, adottato dai fratelli Vissicchio, in base a quanto accertato dagli inquirenti, prevedeva: il sistematico utilizzo da parte dei docenti di penne con inchiostro cancellabile per l’annotazione delle assenze e delle lezioni sui registri di classe, che consentivano di “aggiustare” le registrazioni in segreteria, per evitare che gli studenti superassero il tetto massimo di assenze per essere ammessi alle classi successive, ovvero agli esami di Stato finali; l’invio delle tracce delle prove di verifica programmate per posta agli studenti fuori sede; la sistematica falsificazione dei certificati di idoneità al quinto anno degli studenti, che venivano poi ammessi agli esami di Stato in assenza dei previsti requisiti; la fittizia iscrizione di numerosi alunni alle classi intermedie, risultati ignari della loro “partecipazione” quotidiana alle lezioni, necessaria per dimostrare il completamento dei corsi di studi presso gli istituti paritari. Addirittura, dall’incrocio dei dati è emerso che tra gli studenti, falsamente iscritti al corso di scuola superiore, vi era una persona che aveva conseguito solo la licenza elementare. Inoltre, dalle innumerevoli audizioni è emersa: la falsificazione di certificati di servizio rilasciati al personale amministrativo in cambio della somma di 5.000 euro per attestare la fittizia prestazione del servizio per 4 anni scolastici, idonea per l’illegittima attribuzione di punteggio per l’immissione in ruolo nelle scuole pubbliche; la mancata corresponsione degli stipendi ai docenti, che accettavano di firmare le buste paga pur non percependo alcun compenso, al fine di conseguire il punteggio per l’inserimento nelle graduatorie.