SUOLI E AFFARI

Eboli, oneri area Pip: vincono gli imprenditori

Fogne, illuminazione e marciapiedi: le richieste degli uffici comunali partono in ritardo e per i giudici del Tar sono prescritte

EBOLI - Richiesta prescritta, un gruppo di imprenditori dell’area Pip non dovranno pagare gli oneri di urbanizzazione. È il primo milione di euro che il Comune di Eboli non incasserà. A stabilirlo è una sentenza di primo grado del Tar. Il tribunale amministrativo regionale, esaminati tutti i punti critici esposti dall’avvocato Marcello Fortunato , coadiuvato dal consulente di parte Roberto Pansa , ha ritenuto di esprimersi nel merito e, soprattutto, di evitare di scendere nei dettagli di ciascuna posizione, limitandosi a sancire che la richiesta dell’ente locale giunge troppo tardi. E’ intervenuta la prescrizione decennale che va calcolata, secondo i giudici amministrativi, a decorrere dal momento in cui il Comune rilasciò le concessioni. «Il rilascio delle concessioni edilizie – scrive il collegio giudicante – avveniva successivamente alla stipula della convenzione del 2007, e soltanto nel 2019 veniva quantificato l’importo degli oneri di urbanizzazione dovuti, la cui corresponsione era richiesta con le determinazioni del 21 ottobre 2020 e del 29 ottobre 2020, oggetto del presente gravame; di qui l’incontestabile intervenuta prescrizione decennale».

Un motivo di accoglimento che, secondo il Tar, assorbe tutte le altre eccezioni proposte e che non può essere derogato neppure dal patto sottoscritto tra ente locale ed imprenditori all’atto del rilascio delle concessioni. Il braccio di ferro non è concluso. C’è il secondo grado. Lo sanno gli imprenditori. Quasi sicuramente l’ufficio legale del Comune, coordinato da Ernesta Iorio , non demorderà dalla propria pretesa e tenterà la strada del Consiglio di Stato. Tra l’altro la sentenza in questione, emessa dalla seconda sezione, presidente Nicola Durante , referendario ed estensore Gaetana Marena , consigliere Olindo Di Popolo , riguarda solo un primo gruppo di ricorrenti, ma presso il tribunale stanno per giungere in discussione circa una decina di altri ricorsi dello stesso tenore. La cifra totale in ballo, infatti, è notevole. Per il comune di Eboli si tratta di incassare 8 milioni e 800mila euro. A tanto ammonta il ricalcolo effettuato dall’ex dirigente Rosario La Corte . Secondo l’ente locale, infatti, gli imprenditori avrebbero dovuto restituire in totale questa somma nella quale erano compresi anche finanziamenti che l’ente aveva ricevuto a fondo perduto per un totale di 6 milioni e 600mila euro. Un conteggio che aveva fatto salire il costo di un’area di circa 3mila metri quadri a ben 45mila euro. Una stangata enorme per chi aveva preso in concessione lotti ben più ampi con richieste che arrivavano fino al mezzo milione di euro. Soddisfatti della prima sentenza, ovviamente, i firmatari di questo primo ricorso che fanno riferimento all’ex presidente del Consorzio area Pip, Giovanni Gagliardo .

«Non ci facciamo illusioni – commenta Gagliardo – e ci aspettiamo un appello da parte del Comune. Ma questa sentenza, che non è neppure sospensiva, ma entra nel merito, ci fa ben sperare anche nel prossimo eventuale grado di giudizio. Si tratta di una vicenda ventennale che ci tiene col fiato sospeso e che ci impedisce di programmare un futuro imprenditoriale. Già ci è costata carissima la lievitazione dei prezzi di esproprio arrivati a circa 45 euro al metro quadro, altra vicenda lunga e faticosa». Fine primo round. In attesa dell’Appello.

Stefania Battista