CASE POPOLARI

Eboli, occupa un’abitazione: madre nei guai

La donna perderà il reddito di cittadinanza ed è stata sanzionata per aver abbandonato i mobili di un anziano nel cortile

EBOLI - Anziano muore al rione Pescara e una donna con due figli occupa la casa. L’operazione illecita non è sfuggita ai vigili urbani. La donna è stata denunciata per l’occupazione abusiva. E ora rischia di perdere anche il reddito di cittadinanza. Nel frattempo i caschi bianchi le hanno fatto anche una multa. Nell’impossessarsi illecitamente della nuova abitazione, la donna ha abbandonato nel cortile delle palazzine popolari i mobili dell’anziano deceduto. In poche ore, la signora ha commesso tre grossolani errori che ora rischia di pagare a caro prezzo. Lo sfratto è stato immediato.

I fatti risalgono a lunedì scorso quando la 30enne è stata denunciata dalla Polizia Municipale. La signora vive con il marito, originario del napoletano, in un altro alloggio popolare. Con la scusa di aver bisogno di più spazio (la coppia ha due figli) ha occupato la casa del defunto. Ora la Procura ha aperto un fascicolo penale a suo carico. Gli agenti del comando della polizia municipale dopo aver completato il blitz hanno subito effettuato le indagini del caso. Con un solo gesto, la mamma ebolitana rischia un processo penale, pagherà una multa salata e perderà il reddito di cittadinanza. L’operazione condotta dal comandante Sigismondo Lettieri è iniziata da una segnalazione dei cittadini.

La carenza di abitazioni popolari è un fenomeno che ha due responsabili: gli abusivi e i politici che non fanno gli sfratti. Anni fa la Guardia di finanza ha iscritto nel registro degli indagati tutti i funzionari comunali che hanno gestito l’ufficio patrimonio dal 1980 al 2018. Ma niente è cambiato. La macchina degli sgomberi è impopolare, oltre che costosa. Considerando che ogni anno si vota per il rinnovo di qualche organo istituzionale, i politici annunciano azioni clamorose ma nei fatti realizzano poco e nulla. I sindaci ebolitani degli ultimi 20 anni non hanno sfrattato nemmeno cinque abusivi a testa. Considerando che le case occupate in maniera irregolare sono 150, si capisce bene il problema che è politico ed elettorale.

Molti sfratti erano legati al mancato pagamento dell’affitto. I morosi hanno concordato un piano rateale con il Comune, hanno pagato le prime rate e sono tornati morosi cronici. Anche loro andrebbero sfrattati. Ma la macchina comunale boccheggia per problemi di cassa e di appeal elettorale. Considerando che l’affitto medio di una casa popolare ha il valore di tre Gratta e Vinci (15 euro mensili) si giustifica l’indignazione di chi è in graduatoria e attende da anni una chiamata dal Comune: «La casa popolare per lei è pronta». Un sogno che non si realizza. Per colpa dei politici.

(a.e.)