SICUREZZA

Eboli, “occhi” indiscreti nella zona industriale

Telecamere installate dall’Asi in via Fortunato, dubbi sulla privacy. Polito: «Non c’è un progetto né si sa se sono accese»

EBOLI - Installate alcuni giorni fa, nella zona industriale di Eboli, le telecamere hanno già creato polemiche e dissapori. «Si è presentata da noi una ditta privata, a nome dell’Asi di Battipaglia. Abbiamo chiesto il progetto e soprattutto chi fosse autorizzato a vedere le immagini registrate. Non ci hanno risposto, non abbiamo avuto spiegazione» spiegano in Comune. A dare battaglia è l’ingegnere Cosimo Polito .

In nome della privacy dei cittadini. Concetto che non è solo filosofico, ma che è tutelato anche da norme penali. Le telecamere sono state installate al centro della strada provinciale 195, a ridosso della rivendita di un noto gommista. «Non sappiamo se siano accese, ma se dovessero azionarle, chiederemo l’intervento dei vigili urbani » spiega Polito. A Battipaglia l’installazione è stata autorizzata dalla giunta guidata dalla sindaca Cecilia Francese . A Eboli non c’è alcun atto deliberativo del commissario prefettizio Antonio De Iesu . «Oltre all’autorizzazione all’installazione, che non hanno, devono spiegarci chi ha accesso a quelle immagini». Gli imprenditori ebolitani avevano salutato con giudizi positivi l’installazione delle telecamere lungo la strada provinciale 195, conosciuta anche come via Giustino Fortunato. Ma a quanto pare la procedura non è completa. Mancano diversi passaggi essenziali per l’accensione.

E se fossero già accese, ci sarebbe un evidente reato penale. In Comune l’argomento telecamere è particolarmente “sentito”. L’installazione della videosorveglianza in città ha provocato il rinvio a giudizio dell’ex sindaco, Massimo Cariello , dell’ex assessore Ennio Ginetti , della dirigente comunale Lucia Rossi e di diversi imprenditori ebolitani e napoletani. Al di là di come finirà la vicenda penale, in molti ricordano la violazione delle norme sulla privacy. Attivata la videosorveglianza, un assessore della giunta Cariello e un impiegato comunale vennero sorpresi a “spiare” i cittadini ebolitani. A scatenare il putiferio fu un’impiegata comunale appena uscita dal parrucchiere che venne vista dalla moglie del dipendente comunale: «Complimenti per la messa in piega» fu la battuta. Il giorno dopo, i sindacalisti comunali scoprirono che le immagini delle videosorveglianza cittadina erano nella disponibilità di politici e impiegati di via Ripa.

Un evidente violazione della legge sulla privacy che consente solo a un ufficiale di pubblica sicurezza (di solito il comandante della polizia municipale) l’accesso alle immagini pubbliche, solo in presenza di una denuncia penale e in un arco di tempo circoscritto all’episodio contestato. I sindacalisti fecero smontare anche le telecamere installate all’interno del Comune, senza alcuna autorizzazione. Ora la polemica riesplode in zona industriale. Le telecamere non sono autorizzate dal Comune, ma a quanto pare l’Asi le ha fatte comunque installare. Nei prossimi giorni la vicenda potrebbe creare uno spiacevole incidente “diplomatico”, con il rischio che questa “storia”, come la precedente, finisca in un’aula di tribunale.

Alessandra Pazzanese