IL REPORTAGE

Eboli, le gru tra i tuguri dei dimenticati

Maxi-bonifica, si vedono i primi operai. I racconti dalla frazione: «I disperati ancora nelle casupole»

EBOLI - Tra la polvere tirata su dalle prime gru che tirano su i cumuli di rifiuti, s’intravede la linea di confine che divide San Nicola Varco da un grande centro commerciale. Un tratto di demarcazione che separa due realtà completamente opposte: lo sviluppo urbano della città e il degrado d’una frazione dimenticata da Dio. Un lungo rettilineo che porta al binario ferroviario della frazione ebolitana. Nella terra dei disperati. Un tempo, fino agli anni ’60, quella stazione era un noto scalo commerciale della Piana del Sele. Poi arrivarono i disordini e le proteste dei residenti.

Il motivo? Un incidente tra convogli, della linea Milano-Palermo, che aveva coinvolto pure delle bufale che avevano invaso la sede. Ci furono dodici morti e settantadue feriti gravi. Il binario fu soppresso. E adesso rimane poco e nulla. La zona è semi-deserta, ed è un ricettacolo di incuria. C’è un signore, ai piedi del binario morto, che raccoglie qualche asparago proprio di fronte a un’immensa distesa: centinaia di ettari di terreno dove si producono principalmente cavolfiori. Ci va spesso lì, nonostante viva a Montecorvino Rovella. «Vengo qui durante la settimana - dice - per raccogliere qualche prodotto che la terra ancora offre».

E racconta di scenari drammatici, da quella che si potrebbe definire la piccola Marrakech, la capitale “economica” del Marocco. «Un tempo, qui, era pieno di migranti di origine marocchina– spiega l’anziano - . Vivevano accampati. Erano migliaia. Poi ci fu lo sgombero nel 2009. Anzi, più di uno: perché dopo il primo provarono a ritornare. Ma alla fine non ce l’hanno fatto e son dovuti andare via». Qualcuno, però, ancora resiste. In una piccola casetta dismessa, proprio nel cuore di San Nicola Varco, un uomo di origini marocchine ci vive ormai da anni.

«Ha messo un telo davanti all’ingresso - spiega il passante - e sopravvive lì dentro. Si arrangia come può, evidentemente. Ma è curioso pensare che lì, una volta, ci vivevano i dipendenti ferroviari. Se non ricordo male era la casa del capostazione». Adesso a San Nicola Varco è partita la bonifica del sito. La Regione Campania, dopo anni di attesa, ha inviato le ruspe nei campi. E da lontano si scorgono tre o quattro uomini già al lavoro per risanare la frazione dimenticata da più di quarant’anni. Ma lungo la strada, tra erbacce alte più d’un metro, ci sono ancora chili di rifiuti abbandonati nel terreno. E poco più avanti c’è un altro signore. Dice di non sapere granché di quel posto.

«Bisognerebbe chiedere ai dipendenti del centro commerciale - commenta - che in tutti questi anni hanno potuto osservare il degrado in cui versa questa zona». Dopo tanti anni di lavoro, i dipendenti del centro commerciale si augurano che l’area venga riqualificata. «Siamo qui da otto anni - dicono due addetti del centro commerciale - e la situazione d’incuria e di degrado la ricordiamo bene. Col tempo è peggiorata, giorno dopo giorno. Adesso abbiamo notato che stanno portando via i rifiuti. Finalmente, verrebbe da dire. Speriamo che la zona venga riqualificata il prima possibile, potrebbe essere positivo anche per il commercio». Nei pressi dell’ex mercato ortofrutticolo, sede d’una delle più grosse discariche della Valle del Sele, forse nascerà un polo agroalimentare. Sembrerebbe questa l’intenzione. Parola alla Regione. E alle ruspe.

Paolo Vacca