IL CASO

Eboli, Il giudice gli affida il figlio dopo 4 anni: è imputato di stalking

A Verona gli danno ragione, a Salerno lo rinviano a giudizio 

EBOLI - Non vedeva il figlio da quattro anni, ora ha ottenuto l’affido esclusivo. Lo ha stabilito il tribunale di Verona, città da dove la madre, nel 2012, lo portò via. È la battaglia vinta da R.V., di origini pugliesi, che è stato sposato con una donna di origini ebolitane e non aveva più contatti con il bambino, oggi adolescente. Ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Neppure il tempo di metabolizzare l’idea di avere con sé il figlio che gli è piovuta addosso un’altra grana giudiziaria. È stato rinviato a giudizio, stavolta dal tribunale di Salerno, per stalking in presenza di minori.

La denuncia è dell’ex moglie che, nel frattempo, ha avviato le pratiche di divorzio. «Mi accusano di essere andato davanti alla scuola e di aver filmato gli incontri», dice al margine dell’udienza di ieri alla Cittadella giudiziaria di Salerno per mancata esecuzione di un provvedimento del tribunale, in cui è parte lesa. «Io ci andavo su disposizione del giudice di Verona, che mi autorizzava a vedere mio figlio ogni due settimane», spiega l’uomo che è anche volontario dell'associazione Padri Separati. E le riprese? «Ebbene, ogni volta che cercavo di vedere mio figlio, come stabilito dal giudice, mi ritrovavo con una denuncia. Filmavo quei momenti a mia futura difesa». Il padre- separato, infatti, tiene a precisare che i video non sono mai stati mai divulgati.

Sono una sua “garanzia” contro un'eventuale denuncia. «Fa strano che dopo aver avuto ragione da più tribunali, dopo che più giudici hanno avuto il mio caso tra le mani, dandomi ragione, e dopo aver avuto l’affido esclusivo, mi ritrovo rinviato a giudizio per stalking davanti a mio figlio», dice R.V. mentre registra l’ennesimo rinvio dell’udienza dinanzi al giudice monocratico di Salerno, Rosa D’Antuono . «Semmai sono io la vittima di stalking giudiziario», conclude. Tredici anni fa R.V. (difeso dagli avvocati Fabio Verile ed Emiliano Prencipe ) e la madre di suo figlio convolano a nozze. Due anni dopo, nel 2008, si presenta l’occasione di lavoro che porta la famiglia ad emigrare in Veneto. La nuova prospettiva di vita non giova però alla coppia. Lei decide di tornare in Campania e, per un periodo lascia che ad occuparsi della crescita del bimbo sia il padre. Nel 2012, al termine dell’anno scolastico, la donna prende con sé il figlio e lo porta nel Salernitano.

Va via con l’impegno di riportarlo nel giorno del ritiro delle pagelle. Così non è stato. Padre e figlio non si sono più visti per quattro anni, fino allo scorso novembre quando, dopo alterne vicende e l’intervento dei servizi sociali, viene eseguito l’affido esclusivo. Più procedimenti giudiziari sono pendenti per questo caso. Si è iniziati con la causa di separazione che stabilì l’affido dell’allora bambino alla madre. Ma la donna col suo atteggiamento ostativo - denuncerà l’uomo - impedisce gli incontri. Inutili si rivelano le censure dei giudici. Dall’aspetto civilistico della vicenda, si passa a quello penale. Il padre denuncia la ex per sottrazione di minore, procedimento pendente a Verona.

Poi la denuncia per mancata esecuzione del disposto del giudice per le visite negate. Ed è il processo che si sta celebrando a Salerno. Nel frattempo anche la signora ricorre alle carte bollate e lo denuncia per stalking aggravato dalla presenza di minori, per il quale c’è stato il rinvio a giudizio.

(m.l.)