IL CASO

Eboli, fu vittima d’un raid: semina il panico nel rione

A maggio i rivali gli distrussero l’auto e fuggì: ora sfreccia tra i vicoli con la macchina nuova

EBOLI - Era fuggito a maggio con la famiglia, dopo una spedizione punitiva sotto casa. È tornato al rione Paterno da pochi giorni, con una macchina nuova di zecca, visto che l’auto precedente era stata ridotta a brandelli da chi voleva punirlo. Dimenticata la paura di ritorsioni, il giovane, già noto alle forze dell’ordine come spacciatore di droga, ha ricominciato a sfrecciare a bordo della nuova vettura. A tutte le ore sfreccia veloce tra i vicoli, provocando ansia e paura tra le mamme. E proprio i genitori di via Di Vittorio si sono rivolti al sindaco Massimo Cariello , che abita a cento metri di distanza: «Abbiamo contattato un consigliere comunale della zona perché abbiamo paura. Speriamo il sindaco intervenga perché temiamo per la salute dei nostri bambini. Giocare nel cortile è diventato impossibile da quando è tornato lui». Il giovane del rione Paterno, secondo le accuse delle forze dell’ordine, sarebbe uno spacciatore “solitario”, che non teme di sfidare le famiglie ebolitane che controllano il mercato della droga.

È sospettato di aver incendiato un negozio in centro come gesto di ritorsione. Sospetto che gli è costato quasi un linciaggio fisico, concluso con la distruzione dell’auto sotto casa. L’episodio in primavera aveva terrorizzato i residenti. Il giovane si salvò fuggendo dalla finestra mentre chi lo voleva bastonare gli distruggeva l’auto. Ed era andato via insieme alla famiglia. Per tutta l’estate lo scenario era mutato. Il suo ritorno e la sua presenza, ora, sono diventati rumorosi e incontrollabili. Con la nuova auto, una Volkswagen Golf, si sposta da un isolato all’altro. Senza badare ai pedoni e ai bambini. Al rione Paterno non si teme solo di essere investiti dall’auto guidata a folle velocità. La paura più grande è che questo possa scatenare una nuova “guerriglia” tra bande rivali per il controllo del mercato degli stupefacenti. E quando queste “guerre” cominciano non sempre le vittime sono solo i criminali coinvolti. Una brutta grana da risolvere, soprattutto in tempi di elezioni.

(s.b.)