“FORT APACHE”

Eboli, «C’è una sola soluzione: delocalizzare»

Un coro unanime sul futuro del palazzone popolare e “piazza” di spaccio al Borgo: trasferire gli occupanti e riqualificare

EBOLI - La riqualificazione del Borgo e il destino del palazzone popolare di “Fort Apache”. La politica s’interroga su come riqualificare la zona sotto il profilo sociale e urbanistico. Dopo che in rete sono state avanzate varie ipotesi, come l’abbattimento del complesso residenziale. Per Antonio Cuomo di Italia Viva: «quell'area rappresenta una criticità di tipo sociale, economico ed urbanistico. Immaginare semplicemente di abbattere quegli stabili, come pure qualcuno ipotizza in queste ore, sarebbe una scelta miope se non collegata con interventi di integrazione. Occorre un intervento complesso, che liberi quell’area ed assicuri alloggi di edilizia popolare alle famiglie. Un’attenta programmazione in questa direzione assicurerebbe maggiori livelli di sicurezza nel centro cittadino ed attraverso l’integrazione della famiglie con agglomerati di diversa cultura sociale garantirebbe anche condizioni di crescita e di sviluppo ai più giovani ».

Anche il candidato di centro destra, Damiano Cardiello , ha la sua idea “ricetta”: «Riqualificazione totale e superamento dello stato di abbandono e degrado di quello che è un vero sconforto sociale. Occorrono mezzi di supporto per le persone bisognose, percorsi di sostegno a persone diversamente abili. “Fort Apache” non deve essere più il riferimento dello spaccio ma deve riconquistare la funzione originale: ovvero un quartiere con più controlli, maggiore sicurezza e riqualificazione architettonica».

Damiano Capaccio , candidato della coalizione Pd-5stelle dice: «Le palazzine al Borgo richiedono una attenta valutazione per il problema sociale determinato da pochi inquilini ed architettonico per l’impatto ambientale davvero brutto», mentre Alfonso Del Vecchio del Partito Comunista spiega: «Lo abbiamo già proposto nella scorsa campagna elettorale. Quell'area ha un'importanza strategica per lo sviluppo della città e, in particolare, del centro antico. Inoltre, col passare del tempo i costi di manutenzione di quei fabbricati risulteranno sempre più alti e, soprattutto, creeremmo gravi disagi igienico-sanitari, già sollevati, ai nostri concittadini che vi abitano. Ovviamente, occorrerà individuare alloggi per i nuclei familiari che occupano quelle abitazioni, facendo molta attenzione al non utilizzo o occupazione delle stesse appena ci saranno gli spostamenti».

Giancarlo Presutto , che corre con il Psi, dice: «nelle idee programmatiche abbiamo la rigenerazione urbana che non è abbattimento completo delle palazzine. Occorre delocalizzare gli appartamenti di concerto con gli Iacp per dare una casa dignitosa ai cittadini che vi abitano. Inoltre per quello che si legge dalle cronache è una piazza di spaccio che deve essere eliminata. Con i fondi europei e nazionali per la rigenerazione urbana prevediamo un parziale abbattimento. Faremo uffici pubblici, auditorium comunale, piazzetta attrezzata per i bambini».

Mario Conte che guida la coalizione civica “Eboli Qui e Ora” ritiene che “Fort Apache” «è una delle tante criticità della città perché viene additato come luogo degradato e malsano, basti osservare i cumuli di rifiuti tal quale che vengono ogni giorno riversati sul marciapiede senza alcuna regola e rispetto del vivere civile. Sinora non è stato mai fatto, mentre credo sia giunto il momento di agire in accordo con l'Iacp di delocalizzare le famiglie che vi abitano assegnando loro un altro alloggio e procedere alla sua demolizione. L'area così liberata verrebbe inglobata nella piazza già esistente realizzando un nuovo arredo urbano con un parcheggio seminterrato».

Antonio Elia