CITTADINI DI SERIE B

Eboli, anziani parcheggiati davanti l’ospedale

Il racconto degli operatori del 118: «Aspettiamo anche 3 ore per avere il permesso di portare i pazienti nel Pronto Soccorso»

Tre ore in fila, prima che il paziente venga “accettato” al Pronto Soccorso. Ambulanze ferme davanti all’ospedale per una mattinata intera, in attesa del disco verde dall’interno. La scena si ripete da una settimana. Ieri mattina gli operatori del 118 hanno perso la paziente: «Questa vergogna si verifica solo all’ospedale di Eboli. Ci fanno aspettare dalle due alle tre ore prima di consentire l’ingresso di un paziente nel Pronto Soccorso. La sfortuna di queste persone anziane e sofferenti è che non hanno parenti potenti o importanti e sono costretti a soffrire come cani nelle ambulanze».

Disorganizzazione assoluta. A pagare il conto sono gli anziani. Costretti a stare “legati” a una barella per ore, all’interno di un’ambulanza. Se c’è un sospetto Covid all’interno del Pronto Soccorso «ci fanno aspettare anche una mattinata intera» spiegano al 118. In una settimana non è cambiato niente. Le ambulanze in fila “denunciate” su tutti i mass media non hanno scosso la coscienza dei vertici dell’Asl. «Ci piange il cuore a vedere questi poveri anziani costretti ad aspettare sulle barelle. Ma a noi non viene consentito l’ingresso in ospedale. In sette giorni non è stata ancora trovata una soluzione». Più che pazienti, gli anziani in attesa sembrano martiri della disorganizzazione Asl. Le precauzioni anti Covid sono una cosa. I tempi d’attesa a Eboli sono uno scandalo. Eppure, mesi fa, con la prima ondata di contagi, vennero disegnati dei percorsi riservati. I pazienti sospetti Covid dovevano essere sistemati in stanze di isolamento. Quelli non Covid dovevano attendere visite e referti in altre stanze. Tutto perfetto, sulla carta. Tutt’altra cosa è la realtà che si sta vivendo in piazza Scuola Medica Salernitana.

«Una cosa vorremmo capire- ripartono gli operatori del 118- perchè questo disservizio si verifica solo all’ospedale di Eboli»? A quanto pare, è stata scritta anche una lettera per la dottoressa Montella e per gli altri dirigenti responsabili del 118. Parole al vento, nulla è cambiato. Ieri mattina, a Eboli, ancora fila. Meno lunga, meno esasperante, a voler essere iper ottimisti. Solo 90 minuti d’attesa. Con gli “scafandri” addosso per evitare il contagio, tute e mascherine da sauna, per un servizio che non si riesce a organizzare in maniera più civile. «In tutto questo- ricordano i “barellieri”- il territorio resta scoperto. Se ci fanno aspettare qui per ore, davanti al Pronto Soccorso, e in città come Eboli o Battipaglia esplode un’emergenza, bisogna attendere l’ambulanza da Oliveto Citra o da Giffoni Valle Piana».

Il “blocco” davanti l’ospedale provoca una catena di disservizi e di sanità negata. All’interno dell’ospedale non si respira un clima più mite. Gli operatori sanitari erano stati avvertiti: «Non sarete più ospedale Covid» dissero a maggio. Non appena è iniziata la Fase 2 dei contagi, invece, la realtà ha smentito le promesse dei dirigenti sanitari. Domenica sera, in Ortopedia, è stata ricoverata una donna positiva. É anziana e deve essere operata al femore. «Non sarete più ospedale Covid, apriranno il nosocomio ad Agropoli» è stata la promessa dei politici, in campagna elettorale. Finita la “festa”, riesplosa la pandemia, medici e infermieri hanno compreso che era una presa in giro. L’ospedale di Agropoli verrà aperto nei prossimi giorni, ma a Eboli la sensazione è che torneranno presto anche i pazienti Covid. Quelle dei politici, erano le bugie di sempre.