IL PERSONAGGIO

E’ morto Aniello Torrettail pittore clochard di Salerno

Malato di diabete, fino alla fine ha rifiutato il ricovero, poi un'infermiera è riuscito a convincerlo ma era troppo tardi

Se ne è andato all’improvviso, ma questa volta non a bordo del motorino che gli aveva regalato il soprannome di "controsenso". Aniello Torretta, 61enne pittore salernitano, è deceduto al "Ruggi" dove da qualche giorno era ricoverato per una grave cancrena agli arti inferiore, figlia del diabete.
Era un clochard artista. La strada era la sua casa, il suo atelier e la sua galleria: le tele le vendeva ai passanti incontrati per caso e sono tantissimi i salernitani ad avere in casa uno dei suoi lavori. Lo chiamavano il Ligabue salernitano, per quel carattere un po' ruvido e molto indipendente che lo spingeva a scorrazzare a braccia aperte nel vento sulle due ruote, tra la zona orientale e via San Leonardo, imboccando sempre il senso contrario a quello di marcia. Di qui il soprannome che si è portato dietro fino alla fine. Tre anni fa, i volontari dell’Humanitas gli vollero regalare l’opportunitá di una vita nuova. Il presidente Roberto Schiavone e l’infermiera Emilia Genovese, lo adottarono, regalandogli uno spazio, dotato di tutti i comfort, dove potersi dedicare alla sua grande passione. Per qualche tempo la barba lunga ed i capelli incolti sono stati solo un ricordo. Pulito e in ordine, viveva nella sede dell’Humanitas di via Mauri. «Quanti lavori ci ha lasciato - ricorda commosso il presidente Schiavone - Siamo rimasti sconvolti quando abbiamo saputo della sua morte». "Controsenso" aveva infatti abbandonato l’Humanitas per tornare a casa sua, nel casermone di Sant’Eustachio. Ma benchè il diabete non gli desse tregua, rifiutava l’ipotesi di un ricovero. E’ stata l’infermiera Genovese a convincerlo. Ma purtroppo Aniello non ce l’ha fatta. (b.c.)