E l’ascensore va di nuovo in tilt

Disagi per i malati di cuore. «Ho avuto un’ischemia, non posso fare le scale»

All’ospedale “Santa Maria Incoronata dell’Olmo” le emergenze non sono solo quelle della tac non utilizzabile e della mancanza del servizio notturno di analisi cliniche. A far dannare i pazienti c’è anche un ascensore guasto da diverso tempo, nonostante già diversi mesi fa i vertici della struttura abbiano provveduto ad inviare una nota alla direzione generale del “Ruggi”, da cui l’ospedale metelliano dipende: di tanto in tanto viene effettuato una riparazione, ma dopo un po’ l’ascensore si guasta di nuovo.

Ad incontrare sempre le stesse difficoltà nel raggiungere il secondo piano, sono soprattutto i pazienti della terapia anticoagulante, che per gravi problemi cardiaci sono impossibilitati a salire a piedi. Ieri mattina si è ripetuto lo stesso problema per molti di coloro che devono effettuare il prelievo. Come sempre l’ascensore era in tilt e i pazienti hanno dovuto chiedere ai sanitari di poter fruire dell’ascensore destinato agli operatori che funziona con la chiave.

Resta però il problema e restano i disagi per i pazienti del trattamento anticoagulante. «Non è possibile - afferma uno di loro, Nicola Ronga - siamo alle solite. Sono mesi che persiste questo problema e non si prende mai una soluzione definitiva. Io sono stato operato di cuore due volte. Sono reduce da un’ischemia e quando arrivo in ospedale trovo questi disservizi».

Eppure l’ascensore in questione è al servizio di reparti dell’ospedale che sono il fiore all’occhiello della struttura. Ortopedia, cardiologia, medicina, chirurgia, pediatria e ostetricia, grazie all’eccellenza dei medici, richiamano utenti anche dai comuni vicini. Il guasto all’ascensore comporta come conseguenza il fatto di dover andare al quarto piano a piedi da parte di pazienti che devono eseguire un prelievo venoso che li debilita. L’unico ascensore funzionante è quella del pronto soccorso. Ma è un ascensore che è destinato per le esigenze degli operatori sanitari e non per quelle degli utenti che frequentano l’ospedale.(a. f.)

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