E il carcere diventa un teatro

Stella porta in scena “Ana de Mendoza” all’Icatt di Eboli

EBOLI. La casa di reclusione trasformata in un teatro en plein air e in un mercato medioevale. Accade nell’Istituto a custodia attenuata per il trattamento dei tossicodipendenti di Eboli, dove domani andrà in scena l’evento storico rievocativo “Ana de Mendoza, principessa di Eboli”. Protagonisti saranno tutti i 50 ospiti dell’Icatt, chi come attore, nell’ambito del progetto “Liberi dentro” durato un anno intero, chi come “venditore” dei prodotti di pelletteria “made in Icatt”, chi come cuoco e chi, addirittura, come coautore della sceneggiatura, liberamente ispirata dal libro di Giuseppe Barra e Antonella Cestaro.

È il caso di Massimo Balsamo che, smessi i panni dell’illegalità, ora si occupa della biblioteca dell’istituto e partecipa a concorsi di poesie. E, adesso, si è cimentato anche nella scrittura della rievocazione, adattata al teatro, sotto la supervisione e, soprattutto, con i consigli di Gaetano Stella, che è anche il regista della rappresentazione, che è stata presentata ieri mattina presso la Sala del Consiglio di Palazzo Sant’Agostino. A parlare dell’evento sono stati, oltre a Stella, il direttore dell’Icatt, Rita Romano, il consigliere provinciale Massimo Cariello e l’attrice Elena Parmense, della compagnia Animazione 90. Le porte dell’Icatt si apriranno agli spettatori alle 19, quando partirà il mercato Medioevale, durante il quale saranno in bella mostra, oltre che i prodotti locali, pure le creazioni dei detenuti che, in abiti d’epoca, proporranno l’acquisto dei lavori realizzati con il laboratorio di pelletteria, con un marchio già registrato in attesa della costituzione di una cooperativa. E l’ambiente, non solo visivamente, farà fare un salto a ritroso nel tempo, perché sarà possibile ascoltare anche il suono soave di un vecchio liuto del 500, oltre che apprezzare le evoluzioni degli sbandieratori e dei trombonieri di Cava de’ Tirreni.

A seguire ci sarà la rievocazione che vedrà coinvolti anche due ballerini del Professional Ballet di Pina Testa e i giovani allievi dell’Accademia dello Spettacolo di Baronissi. «Questo progetto – ha evidenziato Romano – rappresenta un punto di partenza, sia per gli aspetti artistici che per il suo significato sociale. Noi abbiamo il compito di restituire alla società uomini liberi, anche perché ogni detenuto costa alla Stato 350 euro al giorno e, perciò, è dovere di noi operatori rieducare gli ospiti». Che l’Icatt, attraverso i sui programmi “rieducativi”, che hanno portato anche alla nascita della compagnia teatrale “Le canne pensanti”, rappresenti un’eccellenza, è stato sottolineato anche da Cariello, che ha voluto pure precisare come la «Provincia abbia svolto un ruolo di mediazione con la Regione per l’assegnazione dei fondi».

Gaetano de Stefano

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