la polemica

Duomo “blindato”: i cavesi dalla parte di don Rosario

Tutti dalla parte di don Rosario Sessa a condividere la decisione di “blindare” il sagrato del Duomo di Santa Maria della Visitazione, in piazza Vittorio Emanuele III, per evitare che vandali e...

Tutti dalla parte di don Rosario Sessa a condividere la decisione di “blindare” il sagrato del Duomo di Santa Maria della Visitazione, in piazza Vittorio Emanuele III, per evitare che vandali e teppisti deturpino lo stato di marmi, portali e facciata oggetto di un recente restauro costato quindicimila euro.

Ha raccolto infatti molti consensi il provvedimento attuato dal parroco della Concattedrale che nei giorni scorsi ha installato una serie di transenne per inibire l’accesso all’area antistante il Duomo nei periodi in cui la chiesa è chiusa. Per rendersene conto è bastata una veloce indagine tra i portici.

Adolescenti, genitori ed anziani hanno sostenuto l’idea anche se a pagarne il prezzo è la bella vista della facciata che domina la piazza centrale della città. «Certo non è bello vedere quelle transenne in cima alla scalinata – racconta Paolo Senatore, residente 65enne di corso Umberto I –, ma meglio quelle che le scritte volgari che tappezzavano le pareti della chiesa».

Dito puntato, intanto, contro le giovani generazioni che nei fine settimana si appropriano dei gradini del Duomo lasciando rifiuti, cicche di sigarette e bottiglie vuote di vetro. «Purtroppo gli incivili ci sono e insegnare il rispetto diventa sempre più difficile – testimonia Rosanna Siani, anziana che frequenta quotidianamente il centro per le commissioni –. È triste vedere il sagrato della chiesa combinato in quel modo».

Inevitabile poi la richiesta di maggiori controlli soprattutto da parte dei vigili urbani che dovrebbero monitorare e disciplinare i comportamenti, soprattutto dei più giovani, che si divertono ad utilizzare il sagrato come campo di calcio. «Ci giocavano a tutte le ore – aggiunge un commerciante del posto –, non solo occupavano il sagrato colpendo di continuo i portali con il pallone, ma poi arrecavano disturbo anche ai passati. Quante discussioni sono sorte con i genitori, qualche volta addirittura sono intervenute le forze dell’ordine, ma ma bisognerebbe tirare le orecchie prima ai genitori».

Eppure, a fronte di un tale tripudio di consensi, stupisce il fatto che – ogni weekend, puntualmente – don Rosario Sessa debba ripulire il sagrato da quanti lasciano rifiuti (carte, bottiglie e addirittura siringhe) o debba discutere con alcuni genitori che lasciano giocare tranquillamente i propri figli col pallone davanti al Duomo e poi accusano il parroco di chiudere le porte alle nuove generazioni.

Insomma, più che altro si prende atto di una barbarie diffusa.

(g. f.)

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