Duecento posti in una tribuna telescopica

Il progetto: l’area centrale si trasforma da teatro in open space per mostre e videoproiezioni

Il progetto per la ristrutturazione dell’ex cinema Diana è suddiviso in tre lotti. L’esecutivo -relativo ad un primo stralcio per la realizzazione del piano interrato ed il consolidamento delle strutture al piano terra - fu approvato nel dicembre 2008. I lavori (per un importo di circa 280mila euro), furono appaltati alla G&M edile, diretti dall’ingegnere Benedetto Troisi, funzionario del Comune e portati a termine nel 2011. Il secondo lotto, per il completamento e l’allestimento della sala teatro, è stato invece approvato nel febbraio 2013, con una spesa di oltre un milione e 200mila euro. L’aggiudica è toccata all’impresa Edil G.F. per un importo di circa 900mila euro e, sotto la direzione dell’architetto Carmine Spirito (studio Asnova), termineranno per la fine di febbraio. Il terzo lotto (l’importo è di circa 390mila euro) riguarda il rifacimento delle facciate est e sud e di quella sul lungomare, che è sottoposta a vincolo. Sono possibili anche ulteriori interventi interni, dal momento che il Comune ha avviato una trattiva sia con i referenti dell’Urp che con l’Azienda di soggiorno, per la delocalizzazione dei loro uffici in altra sede. Questo potrebbe consentire di operare sul corpo di fabbrica ad ovest, aprendo dei vani di collegamento con la sede centrale e di accesso al ballatoio. Allo stato, sono state consolidate le strutture murarie e si è provveduto alla sostituzione del tetto, che era estremamente danneggiato. Nel piano interrato trovano invece posto i camerini ed una cabina di regia ricavata a sbalzo nella muratura sud. L’elemento predominante è la sala centrale, che sarà dotata di pareti mobili, di una gradonata telescopica, di un sistema di illuminazione e di proiezione per audiovisivi. Può essere delimitata da partizioni mobili e, nella tribuna retrattile accogliere duecento spettatori, oppure aprirsi a proiezioni a 360 gradi (grazie ad un sofisticato sistema) e trasformarsi in un open space per mostre, convegni e performance. Accanto alla sala ci sarà un foyer bar, che agevolerà l’utilizzo “multidisciplinare” di una struttura capace, in potenza, di ospitare diverse tipologie di manifestazioni nell’arco delle ventiquattro ore, compreso il front of turistico. Il vernissage è previsto per marzo, ma già da mesi in città si discute sul nome che verrà dato all’ex storico cinema. Il drammaturgo Pasquale De Cristofaro aveva proposto di intitolarlo all’autore, attore e regista Leo De Berardinis, mentre più recentemente sembra che l’amministrazione comunale si sia lasciata sedurre dall’ipotesi di dedicarlo al poeta salernitano Alfonso Gatto, che Salerno ricorda, nel nome, solo con un discutibile viadotto e con due targhe.(b.c.)

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