Due stipendi per i dipendenti

Pellezzano, verranno corrisposti agli addetti della “Quiete” che vantano otto mensilità arretrate

PELLEZZANO. Entro la prossima settimana i dipendenti della casa di cura “La Quiete” di Pellezzano, riceveranno due mensilità arretrate. La buona notizia giunge dall’Asl di Salerno, dove nei giorni scorsi le parti sociali e i sindacati hanno incontrato il direttore generale, Antonio Squillante, che si è adoperato per consentire lo sblocco di una prima parte delle rimesse che la Regione trasferisce agli enti accreditati.

Una boccata d’ossigeno, che servirà ai dipendenti del centro sanitario diretto dall’amministratore unico, Leonardo Calabrese, per ordinare le idee e fare il punto della situazione su quella che sarà la gestione operativa nell’immediato futuro. Nonostante il pagamento di questi due salari, comunque, restano ancora da corrispondere circa otto mensilità, per le quali non è stata annunciata ancora nessuna azione. L’unica notizia è giunta dalle aule dei tribunali.

Dopo la Corte d’Appello di Salerno, anche il giudice dell’esecuzione ha sospeso i trasferimenti illegittimamente acquisiti da Equitalia per soddisfare un credito di circa tre milioni di euro, del quale l’amministratore unico del Ce.di.sa e de “La Quiete”, Calabrese, risulta essere debitore. Tale pronuncia giudiziaria, avrebbe consentito la restituzione da parte dell’ente di riscossione di parte delle rimesse derivanti dalla Regione, e che nel caso di specie erano state acquisite con un pignoramento presso terzi. Per quanto riguarda il Ce.di.sa., la cui vertenza è ancora in atto nella speranza di poter ottenere gli stessi spiragli di risoluzione ottenuti da “La Quiete”, è attesa una riunione sindacale entro i prossimi giorni. Le parti sociali dovrebbero incontrare la proprietà e capire i termini delle garanzie poste a fondamento del ripianamento del debito.

La battaglia si gioca su più fronti e il responsabile del settore sanitario della Cgil, Angelo Di Giacomo, ha consigliato di tenere alto il livello di attenzione per verificare se e quando verranno adottate soluzioni definitive e soddisfacenti per contrastare l’inadempienza retributiva. Proprio la Cgil ha inviato una lettera al Prefetto, nella quale si evidenzia la «drammaticità delle condizioni in cui versano sia i lavoratori che le proprie famiglie», si legge nella nota.

Mario Rinaldi

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