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Due incendi di locali un anno fa e i danni a Servalli e Senatore

CAVA DE’ TIRRENI. Vendette, atti intimidatori o regolazione di conti: negli ultimi anni episodi di questo tipo a Cava de’ Tirreni sono stati scanditi dall’esplosione di una bomba carta, incubo ormai...

CAVA DE’ TIRRENI. Vendette, atti intimidatori o regolazione di conti: negli ultimi anni episodi di questo tipo a Cava de’ Tirreni sono stati scanditi dall’esplosione di una bomba carta, incubo ormai dei cavesi. L’episodio a Passiano dell’altra notte ai danni dell’auto dell’avvocato Filomena Avagliano, è solo l’ultimo in ordine di tempo di una lunga serie che nel corso degli ultimi non sta facendo dormire tranquilli i cittadini della valle metelliana.
Di stampo e provenienza sicuramente diversa, ad esempio, non si dimenticano però le bombe carta che per due notti consecutive fecero tremare Cava de’ Tirreni esattamente un anno fa. Ero lo stesso periodo, infatti, quando una deflagrazione distrusse il locale al piano terreno di un mobilificio con sede nella frazione di Santa Lucia. La notte successiva, situazione analoga in via Vittorio Veneto, in quel caso però ai danni dell’atrio di un condominio. Sempre a dicembre 2017, poi, c’era stato l’atto intimidatorio ai danni del sindaco Vincenzo Servalli e dell’allora vicesindaco Nunzio Senatore che, scendendo di casa una mattina, si erano ritrovati entrambi con le ruote delle proprie auto squarciate (il responsabile era stato poi individuato e deferito all’autorità giudiziaria qualche mese dopo).
Tornando poi alle questioni caratterizzate dall’utilizzo di bombe carta, resta ancora irrisolto il caso che è passato agli onori della cronaca locale come la “guerra dei panifici”, con ben tre panetterie che nel corso dell’ultimo anno sono state prese di mira e devastate a Cava de’ Tirreni da atti intimidatori, come l’esplosione dei locali di prossima apertura (come accaduto alla panetteria “Non solo pane”, che poi non ha più aperto) e ai furgoni in fiamme della Boulangerie.
Probabile che l’ultimo episodio sia da ricondurre a una radice differente, ma la paura resta la stessa.(g. f.)
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