Droga in Costiera, ordinanze nulle 

Tranne il paganese Belluno, ai domiciliari, i ventitrè indagati sono a piede libero

AMALFI. Annullate le ordinanze dell’operazione antidroga “Rewind”: quella dei 24 indagati che avevano fatto della Divina un minimarket all’aperto della droga. È stato deciso l’altro ieri dal tribunale del Riesame di Salerno (presidente Gaetano Sgroia). L’unico indagato, colpito ancora da misura cautelare, è Sabino Belluno, 40 anni, che lascia il carcere di Fuorni e va agli arresti domiciliari. Tutti gli altri attenderanno a piede libero l’eventuale rinvio a giudizio.
Il blitz dei carabinieri della compagnia di Amalfi scattò lo scorso aprile quando, su richiesta della procura di Salerno, il gip del tribunale di Salerno accolse 24 richieste di misura cautelare (4 in carcere e 18 agli arresti domiciliari). Per la pubblica accusa, i complessivi 40 indagati coinvolti nell’operazione “Rewind” avevano organizzato un lucroso giro di spaccio di droghe leggere, in prevalenza marijuana, che era attivo l’intera giornata grazie ad una suddivisione a turni di controllo delle piazze di spaccio. Il ritrovo era il lungomare di Maiori, ma le dosi venivano cedute anche nei giardinetti pubblici o a domicilio. Come per le pizze, i pusher facevano anche i “pony express” consegnando la droga a domicilio o in luoghi convenzionali. C’era chi, per non avere problemi a casa, se la faceva lasciare sotto l’albero vicino l’abitazione.
Il blitz dell’aprile scorso è figlio della precedente operazione “Isola felice” e parte dal fermo di un adolescente sul lungomare di Maiori, avvenuto nel mese di settembre di tre anni fa. E sono i minori il nervo scoperto di quest’inchiesta che abbassa l’età media dei venditori di droga. Cinque sono gli indagati che hanno meno di 18 anni. L’inchiesta è stata condotta in parallelo con la procura per i minorenni di Salerno per il coinvolgimento di molti ragazzi nelle attività illecite.
Agli indagati sono contestati circa 500 episodi di cessione di sostanze stupefacenti, per avere un’idea delle dimensioni del giro di droga che aveva invaso la Costiera. Nelle mani anche di ragazzini finivano pezzi di hashish e marijuana che era reperibile con facilità ai giardinetti o sul lungomare. L’aspetto più inquietante di questa indagine è la minaccia a mano armata dell’11 febbraio 2016. Quella notte Belluno, noto spacciatore di Pagani, trascinò il pusher concorrente in un vicolo di corso Regina di Maiori. Puntò la pistola al petto del giovane e lo minacciò di “cambiare aria” perché quella era zona di spaccio “dei paganesi”.
Massimiliano Lanzotto
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