SOS CARCERE

Droga e cellulari a Fuorni: c’è l’ennesimo sequestro

Rinvenute anche schede sim ed un bilancino di precisione

SALERNO - Droga e telefonini. Benvenuti nella Casa circondariale di Salerno, che più che una struttura detentiva sembra essere diventata un call center con all’interno anche una piazza di spaccio di sostanze stupefacenti. È quanto denuncia il segretario nazionale del Sappe, Emilio Fattorello , che rende noto come nel corso dei controlli avviati negli ultimi giorni all’interno della struttura detentiva di via del Tonnazzo siano stati rinvenuti e sequestrati, dagli agenti di polizia penitenziaria, un telefonino, delle schede sim, un bilancino, delle dosi di hashish e dell’altra sostanza stupefacente, presumibilmente della cocaina, per cui sono saranno effettuati degli esami per comprendere l’effettiva natura.

Un’operazione che arriva a pochi giorni da un’altra - clamorosa - su cui dovranno essere chiariti ancora tanti aspetti: sabato scorso, infatti, gli agenti di scorta della penitenziaria che hanno accompagnato un detenuto salernitano in ospedale per una visita hanno rinvenuto all’interno di un bagno del Pronto soccorso del “Ruggi” due confezioni contenenti droga e quattro telefoni cellulari che, con buona probabilità, erano destinate ad entrare nelle celle del carcere di Fuorni. «Tutti questi sequestri - evidenzia il sindacalista - rendono concrete le ipotesi della Procura e Dda salernitane che hanno individuato una vera e propria piazza di spaccio e traffici nel penitenziario di Fuorni», il duro affondo di Fattorello.

Un’accusa ben precisa e piuttosto grave, che tuttavia sembra essere avvalorata dai fatti. Perché che nel carcere cittadino circolino cellulari e droghe, introdotti con ogni mezzo, anche attraverso i droni, è oramai acclarato. E, ogni volta, si cerca un nuovo escamotage per consegnare la “merce” proibita. Come testimonia anche uno degli ultimi episodi: il sequestro di telefonini e sostanza stupefacente nel bagno del Pronto soccorso dell’ospedale Ruggi. Cadeau nascosti da qualcuno che, poi, sarebbero dovuti essere ritirati da un detenuto, che doveva effettuare una visita medica nel nosocomio.

Anche in questo caso il traffico illecito è stato sventato grazie alla professionalità degli agenti della polizia penitenziaria, che hanno eseguito correttamente le procedure di sicurezza previste: la scorta del detenuto, infatti, ha effettuato una perquisizione del bagno così come previsto dai protocolli e impedito il “passaggio” di mano. E, soprattutto, evitato che nella Casa circondariale entrasse altra sostanza stupefacente e altri telefonini che a cadenza ritmica - e nonostante le ataviche e sempre più gravi carenze di personale - vengono scoperti dalla penitenziaria.

(g.d.s.)