IL BLITZ

Droga e armi nell'Agro: i “ragazzi della Lamia” traditi da una Panda

La rete del box intercettata grazie ai movimenti dell’auto, guidata da più persone, e alle impronte

PAGANI - Inchiodati da una Panda. E dalle impronte digitali. Dal sequestro, che risale al 30 maggio del 2019, parte l’intera inchiesta delle Fiamme Gialle. S’iniziò dalle sommarie informazioni raccolte dagli intermediari immobiliari del box, situato in Via Garibaldi. Dalla proprietà dell’immobile fino a chi lo gestisce, in particolare da Carmine Graziano, diretto pagatore del fitto mensile, e da Nadia Adiletta, che aveva le chiavi. Da questi elementi veniva identificato, come ulteriore pagatore del fitto, anche Giuseppe D’Auria: le sue impronte, insieme a quelle di Avventurato e Ferraioli, altri due indagati, erano rinvenute dagli accertamenti tecnici sui bilancini sequestrati nel garage. E poi una Fiat Panda, di colore chiaro ripresa dalle telecamere di accesso al garage, usata dallo stesso D’Auria, da Luca Ferraioli e da altre persone già note alle forze dell’ordine, dopo i dati incrociati a seguito di controlli e identificazioni portati avanti nel corso del tempo.

Nel box di via Garibaldi c’era di tutto:venti chilogrammi di marijuana in 41 buste sigillate, inserite in altri 4 contenitori di plastica rigida, un panetto di hashish di trentadue grammi di peso, e poi armi quasi “parabelliche”, come un fucile a pompa Winchester calibro 12, una pistola “Walter ppx” calibro nove, due a tamburo calibro 7.65, un altro paio calibro 6.25, piccole, un fucile mitragliatore AK47 calibro 7.62 con due caricatori e silenziatore, quattro bombe a mano verdi con accenditori, un razzo di segnalazione russo, due coltelli a lama fissa, una cartucciera calibro 12, un caricatore vuoto, e quantitativi infiniti di cartucce. E ancora due caschi integrali, 10 bilancini e altri accessori, con buste, borse, giubbini e materiale da imballaggio. Per l’attività investigativa coordinata dalla procura antimafia di Salerno, si tratta di una base del sistema, organizzata con la dotazione di fuoco per gestire territorio e relazioni criminali, con l’impegno nell’organizzazione di un gruppo criminale di caratteristiche mafiose: il riferimento al clan Fezza arriva dai personaggi individuati, con volti noti coinvolti a partire dai precedenti penali a carico.

Altre basi dello stesso tipo, tra i tanti blitz in materia sul territorio paganese, risalgono alla primavera 2018 e 2019, uno dei quali in via Cesare Sportelli, eseguito dalla polizia, e un altro direttamente nel centro storico, in Viale Trieste, sempre con dei box-garage adibiti a luoghi di stoccaggio e sistemazione di armi, munizioni droga e accessori vari per missioni, confezionamenti, preparazioni illecite. Tutto funzionale ad un’evidente capacità criminale, riferita a gruppi o batterie, in ogni caso in grado di muoversi con capacità professionali, pericolose, in grado di controllare affari e territorio.

(a.t.g.)