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Droga dall'Albania a Salerno, Iavarone e soci attesi al bunker

Chiesto il rinvio a giudizio per i 43 partecipi alla holding che spacciava in città e nei Picentini

SALERNO - Dalla zona orientale a Pontecagnano, da Canalone alle zone alte della città: avevano messo in piedi una solida rete di spaccio di hashish, marijuana e cocaina. Sono 43 gli imputati che rischiano ora il rinvio a giudizio. Si tratta dei compartecipi del sodalizio criminale guidato da Raffale Iavarone, di Salerno, ora agli arresti domiciliari in Lucania, promotore, organizzatore e finanziatore del gruppo di spaccio. Il giudice per le indagini preliminari di Salerno, Giandomenico D’Agostino, ha accolto la richiesta del pm della Dda Marco Colamonaci ed ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo mese di febbraio presso l’aula bunker di Fuorni.

Le indagini dell’Antimafia e della squadra mobile di Salerno hanno appurato che il gruppo di Iavarone si avvaleva di stabili canali di approvvigionamento della droga: dall’Agro Nocerino (nel triangolo Sarno, Scafati e Boscoreale) all’Irpinia, da Olevano all’Albania. Il compito di acquistare la droga era affidato a Giuseppe Russo e Luca Vitale. Soprattutto, il sodalizio disponeva di grosse somme di denaro, oltre ad armi e munizioni. Inoltre, seguendo vecchie logiche delle consorterie delinquenziali organizzate, non abbandonava i propri sodali finiti in carcere, versandogli una quota dei proventi per il proprio sostentamento e quello dei familiari.

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