Fisciano

Doppia inchiesta sul volo di Gianluca

S’indaga anche sulle foto della morte postate sui social. Telefono al setaccio per provare a risalire ai motivi del suicidio

FISCIANO. Il giorno dopo la tragedia del 19enne Gianluca Cavalieri, che lunedì pomeriggio si è lanciato dal quarto piano all’interno della biblioteca scientifica dell’Università di Salerno, restano ancora tanti dubbi da chiarire. Gli inquirenti che indagano su questa incredibile tragedia hanno raccolto elementi – sia dalle testimonianze di colleghi del giovane che hanno assistito alla terribile scena del salto nel vuoto, sia da altre circostanze di fatto – che non lasciano pressoché dubbi su un improvviso gesto volontario. Da cosa possa essere scaturito il proposito di uccidersi è il più brutto degli interrogativi che sta assillando la mente dei genitori e del fratello del ragazzo, oltre ai tanti amici e colleghi studenti che con Gianluca condividevano le ore di corsi accademici e di studio.
Ciò che ha fatto male è stato pure il modo in cui alcuni (forse anche il fratello di Gianluca) sono venuti a conoscenza della sua morte. Qualcuno dei presenti ha filmato, e pubblicato su facebook, la foto del ragazzo agonizzante, una manifestazione di barbarie che ha prodotto un coro di sdegno e di condanna. La stessa madre della vittima, quando è giunta al campus straziata dal dolore, ha denunciato la brutalità di quelle immagini, ne ha chiesto la cancellazione, ha invocato rispetto. E sebbene la fotografia sia poi stata rimossa dai social, l’identità di chi l’ha diffusa potrebbe essere acclarata e la vicenda potrebbe avere strascichi giudiziari. È anche su questo aspetto, oltre che sulla dinamica dell’incidente, che indagano infatti i carabinieri della stazione di Fisciano e i poliziotti del drappello universitario.
Purtroppo all’interno della biblioteca non è installato alcun sistema di videosorveglianza, per cui gli investigatori non potranno fare affidamento su immagini riprese da telecamere che avrebbero potuto aiutare a ricostruire una dinamica più esatta dell’accaduto. Sono stati sequestrati, come da prassi, gli effetti personali della vittima, tra cui libri, zaino, quaderni e telefono cellulare, per cercare di capire se in quel materiale vi siano degli indizi che possano aiutare a comprendere il perché di un simile gesto. Per il resto, gli inquirenti hanno raccolto anche le testimonianze di due giovani, visibilmente sotto choc, che hanno assistito ai momenti della tragedia. Ed è proprio dai loro racconti che si sarebbe rafforzata l’ipotesi del suicidio.
Il luogo in cui è precipitato Gianluca Cavalieri, che inizialmente era stato transennato per effettuare le indagini, ieri è stato dissequestrato e rimesso di nuovo a disposizione degli studenti. Il magistrato ha anche ritenuto inutile effettuare un esame autoptico sulla vittima e così la salma è stata subito consegnata ai familiari. Il rettore Aurelio Tommasetti ha fatto osservare ieri mattina un minuto di silenzio in avvio di tutte le attività all’interno del campus universitario, per ricordare questo studente di 19 anni la cui vita si spezzata in maniera così brutale. Le associazioni studentesche si sono strette intorno al dolore che ha colpito la famiglia Cavalieri, pregando per il ragazzi. E l’appello che in tanti hanno rivolto a chi ha assistito, in maniera diretta o indiretta a questo indescrivibile dramma è solo uno, ovvero silenzio e religioso rispetto. Facendo affidamento sulla magistratura, alla quale viene chiesto di fare chiarezza al più presto su tutto quanto si celi dietro questa morte all’apparenza così inspiegabile.
Mario Rinaldi
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