Doppia class action contro enti e banche

Andreozzi (Aniem): «Decine di imprese in ginocchio, gridi d’allarme quotidiani: non è più tollerabile»

SALERNO. Una doppia “class action”, contro le banche e contro la Pubblica amministrazione, perché il vero e proprio bollettino di guerra dei suicidi di lavoratori e imprenditori va arginato. È quanto metterà in campo l’Aniem – l’Associazione delle imprese edili manifattiriere – nell’immediato per schierarsi accanto alle fasce deboli che sempre più subiscono la crisi e rimangono isolate.

«Non è più tollerabile che ogni giorno – spiega il presidente salernitano Pietro Andreozzi – arrivino in associazione decine di telefonate di imprenditori che hanno difficoltà perché la pubblica amministrazione non paga i lavori effettuati e, dall’altra parte, le banche cancellano d’improvviso le linee di credito aperte. Raccogliamo continui gridi d’allarme ai quali cerchiamo di dare sostegno ma da soli ci riesce quantomeno difficile. Se l’unico modo per farci sentire è adire le vie legali siamo prontissimi e decisi a farlo perché questo circuito per nulla virtuoso va spezzato».

L’Aniem chiederà dunque che le banche e in particolare gli enti pubblici facciano quadrato attorno agli imprenditori, in modo che possano a loro volta rappresentare una sicurezza per i lavoratori in un circuito virtuoso che aiuti e non abbandoni gli attori del comparto edilizio e non solo.

«La nostra associazione si farà promotrice di una doppia class action, sia nei confronti delle banche che delle pubbliche amministrazioni, perché stavolta saremo noi a chiedere il risarcimento dei pesanti danni economici che istituzioni e istituti di credito ci stanno procurando», aggiunge Andreozzi.

Secondo l’associazione, sono sempre più gli imprenditori che manifestano insofferenza verso una burocrazia troppo stringente e una stretta creditizia che non ha eguali. Senza contare i cronici e sempre più lunghi ritardi che le stazioni appaltanti, quelle pubbliche molto più delle private, fanno registrare prima di emettere versamenti che spesso determinano anche il blocco di cantieri perché il pagamento dell’avanzamento dei lavori si scontra sempre più spesso con lo sforamento del tetto di spesa. «Siamo stanchi- ha concluso Andreozzi - occorre far sì che il settore possa riprendersi e i mezzi ci sono».

Carmen Incisivo

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