parrocchia di san paolo

Dopo quarant’anni di servizio monsignor d’Arminio lascia

Ha celebrato messa e si è congedato «con dolore» dai parrocchiani che per quarant’anni sono stati la sua famiglia. Da ieri monsignor Benedetto d’Arm inio, per raggiunti limiti di età, non è più il...

Ha celebrato messa e si è congedato «con dolore» dai parrocchiani che per quarant’anni sono stati la sua famiglia. Da ieri monsignor Benedetto d’Arm inio, per raggiunti limiti di età, non è più il parroco di San Paolo. «Sono il più anziano della Diocesi e già avevo ottenuto una proroga. Ora – ha detto ai fedeli – è giusto far largo ai giovani».

Nella parrocchia di San Paolo giunse nel lontano 1973, chiamato dall’arcivescovo Pollio a realizzare un presidio di fede e di solidarietà cristiana in una realtà difficile, il rione Petrosino. Don Benedetto si mise subito all’opera sollecitando e ottenendo la costruzione delle nuove case popolari (al posto delle “palazzine americane”), la costruzione di un campetto di calcio, il collegamento pedonale con via Irno e, di recente, il nuovo sagrato. Tante le migliorie apportate, a cominciare dalla costruzione della canonica, del campanile, dei locali dell’oratorio; all’abbelimento della chiesa con l’instalazione di pannelli ceramici, vetrate e tele realizzate da artisti salernitani.

Sotto la sua direzione, in questi quarant’anni la parrocchia è diventata un punto di aggregazione e di solidarietà con il Centro di assistenza per le famiglie in difficoltà, il centro di ascolto, il doposcuola gratuito per i ragazzi e, nelle freddi sere d’inverno, un ricovero per tanti senza fissa dimora. Don Benedetto ha sempre avuto un’attenzione per gli ultimi, per i più disagiati e, in particolare, per gli ammalati. La parrocchia di San Paolo è stata ed è un punto di riferimento, in piena autonomia, per Comunione e liberazione in città. Uomo di cultura, don Benedetto è stato un riferimento per diverse generazioni di giovani. Ci mancheranno le sue omelie, pronunciate con voce stentorea, a volte anche dure perché, come ha ribadito anche ieri,per essere credibili bisogna essere prima credenti. (g.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA