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Dopo l’appello dei genitori Tutti in campo per Daniela

La ragazza di Angri è affetta da una rara allergia rischia di morire

ANGRI. Prosegue senza sosta la mobilitazione per Daniela Vitolo, la ventinovenne angrese affetta da sensibilità chimica multipla, una rarissima malattia, la cui diagnosi e relative cure sono molto discusse e controverse nel panorama scientifico internazionale.

Daniela continua a pernottare in un agriturismo ad Acerno, ma presto dovrà lasciare questa sistemazione e trovare una dimora più consona per affrontare la stagione invernale, dal momento che è allergica anche ai riscaldamenti. Adesso però la priorità continua ad essere il suo critico quadro clinico: Daniela ha urgente bisogno di essere visitata da uno specialista, per scongiurare il pericolo di vita.

Le speranze della famiglia sono riposte nell’intervento del ministro della salute Renato Balduzzi, affinché invii ad Acerno un équipe di medici specialisti in malattie rare per salvare la giovane artista angrese. «Sto per spedire una email al ministro per spiegargli la situazione drammatica di mia figlia -racconta Antonio Vitolo- chiediamo che vengano inviati degli specialisti per tentare di capire come approcciare a questa patologia, affinché mia figlia non venga lasciata sola. Ci sarà qualcuno in Italia che saprà di cosa può nutrirsi Daniela. Noi non ci arrenderemo, ci dovrà pur essere una via di uscita».

In questi giorni l’attenzione per questa vicenda è stata tanta: in apprensione per Daniela non solo papà Antonio e mamma Alfonsina, ma l’intera città. Dell’affetto e della sensibilità per la storia di Daniela, la famiglia è consapevole. «Sono commosso per i continui attestati di affetto che ci arrivano, -conclude il padre di Daniela- in particolare da parte dei giovani del territorio. Se lo avessi immaginato, avrei reso pubblica questa storia prima: ci sentiamo meno soli».

Intanto l’amministrazione ha deciso di proporre al consiglio comunale di approvare una mozione per chiedere ai governi nazionale e regionale il riconoscimento di questa rara patologia come malattia invalidante.

Maria Paola Iovino

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