IL CASO

Donna ustionata, i vicini: «Litigavano sempre, era lui a farle del male»

Il dramma di Santa Tecla secondo le voci del quartiere: «Li sentivamo urlare di continuo, lei corse in un garage»

MONTECORVINO PUGLIANO - L’agglomerato urbano di via Arena a Santa Tecla affaccia sul golfo di Salerno. Un panorama mozzafiato di fronte al quale sono state realizzate, nei primi anni del 2000, cooperative adibite a civili abitazioni. Purtroppo non è bastato a fermare l’ennesima tragedia familiare. Lei cosparsa di benzina dal suo uomo. Al terzo piano di uno di questi edifici avvenivano spesso litigi tra i due conviventi. I vicini non si espongono. «Non sappiamo nulla – il commento di alcunispesso sentivamo le urla arrivare sin sulla strada. Era un continuo susseguirsi di insulti, grida. Una volta abbiamo visto lei correre in uno dei garage che danno sulla strada». Ieri mattina, il silenzio che avvolge la zona è stato rotto dall’arrivo di cronisti. Poi il sopralluogo delle forze dell’ordine per raccogliere altre testimonianze ed elementi da allegare al fascicolo d’indagine aperto dalla Procura. Uno dei vicini della coppia si lascia andare a qualche commento. Non si ritrae alla richiesta dei giornalisti.

Fa intravedere solo il volto dietro la porta di casa. Un breve scambio di battute che avviene sul pianerottolo dell’abitazione. «Non so cosa sia accaduto. Di certo posso dire che non andavano d’accordo, litigavano in continuazione. Era lui a fare del male a lei. Succedeva da sempre – ha detto – anche se nessuno vuole dirlo». Il coraggio di pochi si scontra non la ritrosia di chi ha paura di esporsi, di esternare la sua verità. Famiglie che temono possibili conseguenze.

Continue liti tra i due che l’altro ieri sono sfociate nel dramma. Il comune di Montecorvino Pugliano finisce ancora una volta sulle cronache nazionali. Sempre a Santa Tecla, dove il 25 ottobre, in un casolare abbandonato di via del Querceto, fu ritrovato lo scheletro d’una donna. Forse di Marzia Capezzuti, la 29enne scomparsa da Pontecagnano Faiano. Il sindaco Alessandro Chiola parla di una comunità scossa: «Condanniamo questi atti di violenza – dice –, abbiamo diversi punti di ascolto sul territorio ed in questi settori ci sono stati investimenti. Sulla famiglia stiamo eseguendo una serie di verifiche, in quanto la coppia non risulta residente. E avvieremo controlli sulle abitazioni». Abitazioni realizzate in cooperativa che non sono mai andate in porto e sulle quali pendono contenziosi da tempo immemore.

L’amministrazione Chiola, con gli uffici preposti, ne sta seguendo il destino di questi alloggi. «Impresa non facile – aggiunge il primo cittadino – in quanto ci sono cause in essere tra le cooperative sociali. Se ne sta occupando l’organo straordinario di liquidazione per liberare le abitazioni e poterle vendere. Massima attenzione da parte delle forze dell’ordine e degli uffici tecnici del Comune».

Le stesse famiglie sfogano la loro rabbia: «Siamo invisibili– hanno detto – paghiamo gli errori di altri. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro e cosa ne sarà delle nostre case». Il Primo cittadino Chiola tirato in ballo anche nella vicenda di Marzia Capezzuti. In quanto lo scheletro di una donna era stato rinvenuto in un casolare abbandonato situato sul territorio di Montecorvino Pugliano. Il giorno del ritrovamento il Primo cittadino ha voluto rendersi conto di persona della situazione portata alla luce dalle forze dell’ordine in un’area interna del territorio da lui amministrato. In passato, Chiola, aveva emesso diverse ordinanze per il ripristino di quei luoghi lasciati in stato di abbandono. «Provvedimenti prodotti nel tempo e sempre disattesi».

Emanuela Anfuso