«Don Nunzio sta male» Interrogatorio rimandato

Salta la “visita” degli inquirenti salernitani al carcere romano di “Regina Coeli” Si attende la rogatoria del Vaticano sulla richiesta di accedere ai conti del prelato

«Don Nunzio non sta bene, è molto provato da questa situazione e abbiamo così deciso di evitare un nuovo interrogatorio, almeno per ora». Si doveva tenere in questi giorni, nel carcere romano di Regina Coeli, l’ennesimo “incontro” tra monsignor Scarano e gli inquirenti salernitani che stanno cercando di far luce sulle operazioni finaziarie del prelato nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato per riciclaggio (che corre in parallelo con quella aperta dalla procura romana in cui il sacerdote è indagato per corruzione per il tentativo di far rientrare in Italia 20 milioni di euro dalla Svizzera). Ma il legale del monsignore, Silverio Sica, proprio ieri mattina ha reso noto che il suo assistito, per motivi di salute, ha chiesto di non essere sottoposto a un altro interrogatorio che si sarebbe dovuto tenere oggi e che, presumibilmente, avrebbe avuto (avrà, quando si terrà) come oggetto i conti intestati al prelato presso lo Ior. Sui quali conti gli inquirenti salernitani intendono far chiarezza tant’è che hanno inoltrato al Vaticano una richiesta di rogatoria per poter ricostruire quali movimenti siano stati fatti. Quello che si vuole arrivare a capire è se don Nunzio abbia gestito soldi altrui. Punto su cui il sacerdote, nei passati interrogatori, è stato alquanto evasivo. Agli inquirenti, che volevano sapere se su quei conti fossero arrivati anche i soldi di altri imprenditori salernitani, don Nunzio aveva sommariamente risposto: «Non ricordo, ma non credo». Aveva, però, raccontato, con dovizia di particolari, la sua brutta esperienza a Eboli: «Quando ero lì sacerdote sono stato ferito a colpi di arma da fuoco e mi hanno incendiato la parrocchia, a bivio Santa Cecilia», aveva dichiarato. Anche se, dal luogo citato come teatro di questi gravi atti persecutori, nessuno sembra ricordare episodi del genere, nemmeno gli abituali frequentatori della parrocchia di don Nunzio.

Gli inquirenti aspettano, ora, la risposta dal Vaticano. Se dovesse arrivare in tempi brevi, prima del prossimo interrogatorio al sacerdote, potrebbe esserci una decisa svolta nelle indagini.

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