LA STORIA

Don Mirco, un "prete-arbitro" a Sant'Anna di Battipaglia

Domeniche tra messe e partite, il viceparroco di San Gregorio VII diventa direttore di gara Aia: «Così incontrerò i giovani nei loro ambienti»

BATTIPAGLIA. “Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli”. Parafrasando – in modo assai profano, e che il Sommo ci perdoni! – il salmo d’Isaia, le più ardue decisioni sui campetti di calcio di periferia toccheranno di sicuro a don Mirco Vitale, classe ’93, il “prete-fischietto” fresco d’investitura dell’Aia.

«Ché poi, a dirla tutta, il sacerdote deve indicare il cammino, fornire prospettive: è quello che fa anche l’arbitro, no?», risponde a chi gli chiede conto del sussistere d’eventuali analogie tra chi sfoggia un colletto bianco e chi indossa una giacchetta nera. «E poi l’arbitro interviene quando c’è un fallo, una regola infranta. E il sacerdote, in mezzo al popolo, fa lo stesso quando qualcuno imbocca la strada sbagliata». Rischiando pure di beccarsi qualche critica, sì, ma «i consacrati, esattamente come gli arbitri, sono uomini. E quindi possono sbagliare».

La bella storia d’una Chiesa “tutta piena di colori” – come uno degli indimenticati bans di qualche anno fa di quell’Azione cattolica che don Mirco (assistente diocesano del Movimento studentesco dell’associazione) conosce bene – arriva da Sant’Anna, popolare e popoloso rione di Battipaglia. Dall’estate 2021, fresco d’ordinazione sacerdotale, il prete millennial è qui, vicario parrocchiale alla “San Gregorio VII”, cuore del quartiere guidato da un quarto di secolo da don Michele Olivieri. Bimbi e ragazzi adorano don Mirco: per i giovani è un amico. Faticano a ricordarlo imbronciato, il presbitero dal sorriso indelebile. 

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