Domani l’ultimo saluto ad Antonio Memoli

Dopo l’autopsia, la salma del 56enne è stata restituita alla famiglia. I funerali alle 9 a Sant’Eustachio

È stata eseguita ieri mattina, presso l’obitorio dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, l’autopsia sul corpo di Antonio Memoli, il 56enne morto suicida lunedì sera, dopo aver tentato di uccidere la sua ex compagna, Giuseppina Pappalardo, e l’ex cognata di lei.

A eseguire l’esame la dottoressa Bello, il medico legale a cui il sostituto procuratore Guglielmo Valenti, titolare dell’inchiesta aperta in seguito alla sparatoria, ha conferito l’incarico.

Dall’autopsia non è emerso alcun particolare che potesse far sorgere dubbi sulla causa del decesso di Memoli che, dopo aver sparato contro la sua ex fidanzata e contro quella che reputava la sua complice, ha puntato la sua calibro 9 modificata contro se stesso e ha premuto il grilletto.

La salma dell’uomo, a esame autoptico terminato, è stata restituita ai familiari che potranno così organizzare la cerimonia funebre per dare l’ultimo saluto al loro caro, morto perchè divorato dal tarlo della gelosia che ha finito per rodergli completamente il cervello facendolo impazzire.

I funerali di Memoli si terranno domani mattina alle ore 9 nella chiesa di Sant’Eustachio, poco distante da dove attualmente abitano alcuni dei parenti della sua ex compagna, Giuseppina appunto, che per diverse ore ha rischiato di diventare la seconda vittima del grave episodio di violenza registratosi lunedì scorso, poco dopo le 20, in via Palinuro 195, a Mercatello.

Sottoposta a un delicato intervento alla testa, nella notte tra lunedì e martedì, la 47enne è rimasta in coma per due giorni lottando tra la vita e la morte. Poi, finalmente, ha dato segni di ripresa e le sue condizioni, per quanto non ancora ottimali, restano stazionarie.

I medici del reparto di Neurochirurgia, dove la donna è stata trasferita dopo aver lasciato quello di Rianimazione, non hanno ancora sciolto la prognosi ma sembra che il peggio sia ormai alle spalle.

Resta invece il dolore dei familiari di Antonio Memoli, dei suoi tre figli - ai quali l’uomo si è rivolto in uno dei due biglietti poi ritrovati dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Salerno durante i rilievi effettuati nell’appartamento di Pontecagnano il cui viveva il 56enne a poche ore dalla sua morte - e di tutte le persone che volevano bene a quell’uomo che, come ha affermato suo fratello Matteo «non era cattivo, era solo folle di gelosia, una gelosia che l’ha ucciso». (fi.lo.)

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