Doghe in teak già lesionate «L’impresa le sostituirà»

Ad assicurarlo l’architetto Carlo Cuomo, progettista del solarium di Santa Teresa «Si tratta di un’opera viva che si stabilizzerà col tempo». Ma le polemiche continuano

Tre anni. Il nuovo solarium di Santa Teresa è al sicuro per almeno tre anni, quelli in cui l’impresa edile Sacco Giovanni Srl di Pontecagnano Faiano che ha realizzato la pedana, ha assicurato la manutenzione ordinaria delle doghe in legno spesso che la compongono, che a meno di una settimana dall’inaugurazione dell’opera appaiono già lesionate e rovinate in più punti.

Nell’appalto vinto, infatti, la ditta ha garantito di “curare” il rustico e singolare parquet che porta alla spiaggia cittadina con trattamenti quasi quotidiani per i primi tre anni di vita della struttura. Quindi, ogniqual volta dovesse rompersi una doga, così come è probabile che succeda a breve a quelle già lesionate da chiodi fissati con troppa fretta e poca grazia, o ci fosse qualsiasi tipo di problema sulla pedana, i costruttori dovranno arrivare in soccorso e riparare o sostituire quello che mina la sicurezza degli astanti. Questo, ovviamente non autorizza i salernitani a vandalizzare il suggestivo spazio ricreato sulla spiaggia, nè a non rispettare i divieti che viggono nell’aerea – in bella mostra all’ingresso nella piazza sul mare – come quelli relativi al gioco del pallone o all’uso di biciclette. Se la piazza resisterà alla scostumatezza di alcuni cittadini incivili, cosa accadrà quando i tre anni “assicurati” giungeranno al termine? Poi che succederà al bel solarium costato circa 2milioni di euro? Poi toccherà a Palazzo di Città garantire la manutenzione alla struttura che però, a detta di Carlo Cuomo, architetto che ha curato il progetto del solarium per il Comune, non sarà nè così costosa nè così frequente com’è quella dei primi tempi.

«Basterà che ogni marzo, al termine dell’inverno, si controllino le doghe e si ripristino quelle che appaiono rovinate irrimediabilmente. Servirà verniciarle e cospargerle di olio adatto al teak. L’opera in questione – afferma il professionista – non è composta da materiale stabile, il legno non è gres porcellanato, e quindi può essere considerato materiale vivo che cambia con il tempo. L’impalcato – spiega l’architetto – sarà soggetto a restringimenti, cambierà nel corso dei mesi. Fino a stabilizzarsi acquisendo un aspetto uniforme».

Però, senza guardare troppo in là nel futuro, bisogna ammettere che molte doghe, a una settimana dall’inaugurazione della pedana, sono già ridotte ai minimi termini, appaiono ad occhi non esperti sverniciate e lesionate. «Non è vernice quella che si è sollevata ma pellicola anti grafitaggio, sperimentata sul legno. Domattina (oggi per chi legge, ndr) gli operai andranno a rimuovere tutta la pellicola che copre la pavimentazione che dovrà prendere area per un po’ di tempo per poi essere di nuovo ricoperta. Questo fa parte della manutenzione ordinaria che dovrà essere effettuata quasi ogni giorno».

Intanto lo stato in cui versa la pedana non lascia indifferenti i salernitani più attenti alle trasformazioni urbanistiche e sono tanti, anche sul web, a palesare le proprie preoccupazioni per il futuro del solarium.

La nostra lettrice Patrizia Cammarota, sulla pagina Facebook del nostro giornale chiede che l’amministrazione aumenti i controlli nella piazza proprio per scoraggiare chi, con le proprie azioni sconsiderate, potrebbe rovinare la struttura che presto verrà dotata di altri servizi. come ad esempio il wifi libero. (fi.lo.)

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